I sussidi dell’ufficio liturgico per accompagnare la Novena di Natale, la Vigilia e l’Epifania

Dalla fine di novembre fino agli inizi di gennaio, la Chiesa si prepara, medita e celebra l'incarnazione e la manifestazione di Cristo. Celebrazioni che, nella Chiesa udinese, assumono anche i tratti della tradizione canora del Missus, che anima le sere della Novena del Natale. L'ufficio liturgico diocesano, nel corso degli anni, ha messo a punto una serie di sussidi per la celebrazione dei vari "momenti forti": dall'inizio dell'Avvento - con l'accensione della corona - fino all'Epifania.

Accensione della Corona d’Avvento

È uno strumento per accompagnare nella preghiera l’accensione della Corona d’Avvento in chiesa e in casa. Il sussidio è arricchito con un’accurata introduzione storico-pastorale e offre tre schemi: i primi due, in italiano e in friulano, per l’accensione della Corona nella prima domenica e nelle altre e il terzo per la preghiera in famiglia.

 

Novena del Natale: il sussidio «Missus»

Nove sere, dal 15 al 23 dicembre, scandite dalla ritualità del «Missus», l’antica novena friulana di Natale in cui si canta il brano evangelico che narra l’annuncio dell’angelo alla Vergine Maria. È questa una tradizione di matrice aquileiese che affonda le radici lontano nel tempo, ma che, purtroppo – per non ben identificate ragioni pastorali –, è stata dimenticata in molte nostre comunità che hanno perso così una forma tutta nostra di attendere il Natale.

Il sussidio, reperibile presso gli uffici pastorali diocesani di via Treppo n. 3 a Udine, pur non discostandosi dal riferimento imprescindibile al Missus, per favorire una certa varietà di elementi testuali presenta quattro schemi celebrativi.

 

Il canto della Calenda di Natale

Da qualche anno si è diffuso anche nelle parrocchie l’uso di cantare, all’inizio della Messa della notte del Natale del Signore, la Calenda, che corrisponde al testo del Martirologio Romano per il 25 dicembre. Originariamente questo annuncio trovava posto nella liturgia monastica all’ora di Prima, soppressa nell’attuale ordinamento. Eseguito in forma cantata, esso giova indubbiamente a dare una connotazione festosa e quasi di “sorpresa” ai riti di introduzione.

Il sussidio presenta le indicazioni liturgiche e le melodie, accompagnate dai testi in italiano e in friulano.

 

«Te Deum laudamus» e invocazione per la pace: una traccia per l’atto di ringraziamento a conclusione dell’anno 2022

Aggiunto il 26 dicembre 2022

L’anno che si chiude è stato particolarmente segnato dalle sofferenze del popolo ucraino devastato dalla terribile guerra in atto, sofferenze che non possono lasciare nessuno indifferente. La lode al Padre non può essere disgiunta dall’invocazione accorata affinché questi nostri fratelli trovino pace e i violenti desistano dai loro propositi di morte.

L’Ufficio liturgico diocesano, pertanto, offre alle comunità un adattamento del momento liturgico del rendimento di grazie: questo momento di lode intensa comprende una monizione, l’inno «Te Deum laudamus» e una orazione.

 

Benedizione dell’acqua alla vigilia dell’Epifania

Un prolungato lavoro di ricerca ha condotto al recupero di alcuni testi e gesti essenziali o peculiari della tradizione rituale locale, che celebrava in questo rito il mistero del Battesimo di Cristo nelle acque del Giordano, elementi che sono stati inseriti nella struttura di un’agile celebrazione della Parola di Dio. Il sussidio, che presenta il rito di benedizione sia in lingua italiana che in lingua friulana, è corredato da alcuni brani musicali propri del rito (canto d’ingresso, salmo responsoriale, antifone per l’aspersione, antifona al Magnificat). Inoltre, poiché in numerose comunità cristiane vige, per ragioni di opportunità pastorale, la consuetudine di includere la benedizione dell’acqua nella celebrazione eucaristica solenne nel giorno dell’Epifania del Signore, il sussidio prevede alcune indicazioni rituali anche per tale eventualità.

Il sussidio è disponibile presso gli uffici pastorali diocesani, in via Treppo n. 3 a Udine

 

Epifania, l’annuncio del giorno di Pasqua e delle feste mobili

Nel giorno dell’Epifania del Signore, culmine delle liturgie natalizie, è consuetudine antichissima annunciare con il canto la data del giorno di Pasqua e delle altre feste le cui date scaturiscono da essa. Secondo la consuetudine, l’annuncio del giorno di Pasqua e delle altre feste mobili viene fatto all’ambone da un diacono o in sua assenza dal sacerdote o da un cantore, debitamente preparato, al termine della proclamazione del Vangelo.

Dal versante musicale, nella proposta viene offerta la melodia aquileiese, mentre per quanto riguarda il testo si suggeriscono due possibilità: il testo dell’edizione italiana del Messale Romano (più lungo) e il testo aquileiese (più breve).

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