Riscopriamo «Un pane per amor di Dio». Gli esiti e l’impegno dei progetti in Argentina, Myanmar, Sierra Leone

Ottobre è il mese che la Chiesa dedica al sostegno e alla preghiera per le missioni, che nella nostra Arcidiocesi udinese sono sorrette in una molteplicità di modi. Il filo comune è la creazione di ponti di dialogo e cooperazione tra le Chiese. Una delle modalità, ormai entrata nel DNA di tante parrocchie nella Chiesa udinese, è la «Quaresima di fraternità», che prosegue in realtà tutto l'anno.

La proposta della «Quaresima di fraternità» (un tempo chiamata «Un pane per amor di Dio») è promossa ogni anno dal Centro missionario diocesano, grazie al quale la nostra Diocesi vive un impegno di solidarietà con altre Diocesi della Chiesa universale. Aperta in Quaresima, come dice il nome, ogni edizione della campagna di raccolta fondi non si esaurisce con la Pasqua, ma prosegue per tutto l’anno.

Grazie alla collaborazione con il settimanale “La Vita Cattolica” – che nel numero del 4 ottobre 2023 pubblica un reportage di questi e altri progetti – riportiamo alcuni riscontri, anche economici, sul sostegno offerto dalle Parrocchie friulane tramite il coordinamento del Centro missionario diocesano.

 

2023 – In Sierra Leone per i migranti di rientro

⚠️ Progetto ancora in corso (fino al 13 febbraio 2024)

4.750. Sono i chilometri che separano il Friuli da Makeni, città di oltre 120mila abitanti nel cuore della Sierra Leone, Africa occidentale. Martedì 3 ottobre 2023 a Makeni la Caritas locale ha inaugurato un “Migration desk”, uno sportello di ascolto e supporto per i migranti “di rientro”, finanziato anche dall’Arcidiocesi di Udine, che nel maggio scorso ha inviato una prima tranche di contributi (pari a 16.605 euro) per il progetto “Dignità è libertà” proposto nelle Parrocchie friulane per la “Quaresima di fraternità 2023” e tutt’ora attivo.

3 ottobre 2023, inaugurazione del Migration desk a Makeni, Sierra Leone, sostenuto dall’Arcidiocesi di Udine. Anche la foto in alto si riferisce all’inaugurazione a Makeni.

La Sierra Leone è un Paese noto per il tradizionale invio di manodopera agli stati contermini (soprattutto Guinea e Liberia) e nel medio oriente. Il nuovo Migration desk si occupa soprattutto di protezione, perché è dedicato ai migranti di rientro. Si offrono servizi che vanno dall’aiuto per l’acquisto di medicinali, alla consegna di borse alimentari per i migranti in difficoltà e le loro famiglie, così come il supporto per il pagamento delle tasse di iscrizione ai centri di formazione, affinché chi rientra possa acquisire competenze professionali. Spesso infatti le famiglie, o interi villaggi, raccolgono soldi da dedicare all’invio in Europa o nei paesi del medio oriente di uno dei loro figli o delle loro figlie. È vero e proprio “investimento” su chi, si spera, un giorno potrà inviare a casa le rimesse del lavoro all’estero per migliorare le condizioni di vita di tutti. Questi giovani partono, ma spesso il viaggio si interrompe. Chi sceglie di rientrare, affronta quindi lo stigma della propria comunità per aver fallito la missione, oltre alla propria disperazione per aver visto svanire un sogno.

I migranti sierraleonesi di rientro non tornano dall’Europa, né dal nord-Africa, bensì da alcuni paesi della fascia saheliana, come il Niger: il motivo, il più delle volte, è la truffa da parte di trafficanti di esseri umani. Un traffico che assume i contorni della tratta di persone quando a migrare sono donne: negli anni, moltissime sierraleonesi sono partite alla volta del ricco medio oriente, ingannate con la promessa di un lavoro regolare, finendo per subire abusi come il lavoro forzato e la violenza sessuale. Sono chiamate “Kafala”. È anche a loro che si rivolge il Migration desk di Makeni, che ha avuto uno sviluppo decisivo con il coinvolgimento di Caritas Udine e del Centro Missionario diocesano.

La raccolta prosegue per consentire al progetto “Dignità è libertà” nei prossimi mesi di attuare anche un’azione di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole di Makeni per informare i giovani sui rischi della migrazione irregolare.

➡️ Articolo di apertura del progetto 2023 in Sierra Leone

 

2022 – In supporto dei ragazzi profughi traumatizzati in Myanmar

L’immagine che accompagnò la campagna “Quaresima di fraternità” 2022.

Se quest’anno il focus è in Africa, nel 2022 «Un pane per amor di Dio» ha guardato a una zona divenuta, suo malgrado, l’epicentro di un violentissimo conflitto interno. Parliamo del Myanmar, nel sud-est asiatico. Dopo il colpo di stato del 2021 c’è stato un gran movimento di profughi interni: circa 1,7 milioni di persone, molte delle quali sono cristiane. Ancora proseguono i combattimenti nella zona centrale del paese, diverse chiese sono state distrutte anche pochi giorni fa. Varie Diocesi sono state colpita da violenze, ma non si tratta di una guerra di religione tout-court.

Diverse realtà religiose – non solo cattoliche – sono impegnate nell’accoglienza dei profughi. Sono state progettate alcune opportunità formative per i ragazzi e, soprattutto, a  accompagnamento psicologico nell’elaborazione dei traumi conseguenti alla perdita degli affetti, della casa, della migrazione forzata. Grazie ad alcune relazioni in loco, l’Arcidiocesi di Udine ha sostenuto le spese per offrire ai bambini e ai ragazzi il supporto psicologico e le attività formative. Tutto, ovviamente, con le cautele dovute alla situazione politica.

Per l’intero progetto sono stati spesi circa 25mila euro, di questi 14.403 sono stati raccolti dalle parrocchie della Diocesi di Udine nel 2022.

➡️ Articolo di apertura del progetto 2022 in Myanmar

 

2021 – Formazione ai volontari Caritas di Buenos Aires, sostenendo 7 mense popolari

A destra don Leonardo Della Picca, sacerdote argentino della Diocesi di San Martin a Buenos Aires, nipote di emigrati friulani (di Pantianicco). Con lui il direttore del Centro missionario diocesano di Udine, don Luigi Gloazzo.

Due anni fa, nel 2021, i fondi della campagna diocesana «Un pane per amor di Dio» sono stati destinati all’Argentina, in particolare alla Diocesi di San Martìn (nella città di Buenos Aires), da sessant’anni gemellata con la Chiesa udinese e nella quale operano alcuni sacerdoti friulani (o di origine friulana): da don Claudio Snidero a don Leonardo Della Picca, senza dimenticare don Rolando Roiatti, mancato nel 2019.

La Caritas di San Martín gestisce diversi servizi destinati alle fasce più povere della popolazione: dalle mense popolari al sostegno scolastico, dalla distribuzione di capi d’abbigliamento ai servizi legali e al sostegno alle vittime di violenza. I fondi inviati dall’Arcidiocesi di Udine hanno permesso di realizzare una formazione specifica che ha offerto ai volontari nuovi strumenti per la lettura della realtà e il rafforzamento della capacità di rispondere in maniera integrata alla povertà. I volontari Caritas nella Diocesi di San Martìn operano in diversi team, differenziati per mansioni e focalizzati sulle 18 mense diocesane. In 7 di queste mense popolari sono state apportate migliorie strutturali e lavori di rinnovamento anche grazie alle offerte inviate dalle parrocchie della nostra Diocesi, che nel 2021 sono state pari a 24.434 euro.

➡️ Articolo di apertura del progetto 2021 in Argentina

 

 

Come contribuire

Alla campagna di fraternità promossa dal Centro missionario diocesano si può contribuire in vari modi:

  • Conto corrente postale n° 65921272, intestato all’Associazione Missiòn onlus;
  • Bonifico postale: IBAN IT 88 V 07601 12300 0000 65921272, Associazione Missiòn onlus;
  • Conto corrente bancario: IBAN IT 75 I 05018 12000 000011159951, Banca Etica, intestato all’Associazione Missiòn onlus;
  • Eventuali donazioni in contanti possono essere consegnate a fronte di una ricevuta dal lunedì al giovedì mattina (ore 9:00 – 12:00) presso il Centro Missionario diocesano oppure concordando giorno e orario telefonando al 0432-414501.

Missiòn onlus – oggi Missiòn ODV ETS (organizzazione di volontariato) – è una sorta di “braccio operativo” del Centro Missionario diocesano di Udine.

 

 

 

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