Epifania del Signore, l’Arcivescovo alla Messa dello spadone: «Che l’amministrazione del bene comune sia illuminata dalla luce del Vangelo»

«Invito a rivestire la coscienza di luce in modo particolare me stesso, i confratelli sacerdoti e quanti, tra voi, condividono la responsabilità di amministrare il bene comune dei cittadini. Ne abbiamo particolarmente bisogno, perché, per l’autorità che abbiamo ricevuto, prendiamo decisioni che incidono sulla carne viva delle persone, delle famiglie, delle comunità. Pensiamo, ad esempio, ai progetti di legge che giungeranno in Parlamento e che toccano i diritti delle persone, della famiglia e dei figli. Pensiamo anche all’urgenza di riorganizzazione sul nostro territorio le risorse nel campo amministrativo e sanitario per distribuirle in modo più equo e razionale al fine di assicurare a tutti il bene comune, cominciando dai più deboli (..). Non è remoto il rischio di disorientarsi o di cedere alla tentazione di seguire compromessi e interessi che deludono e offendono le persone e le comunità». Questo è il passaggio principale dell’omelia dell’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, pronunciata stamani a Cividale del Friuli nel corso della tradizionale Messa dello Spadone. Nella Città Ducale, dove il dibattito sulla riforma sanitaria regionale è tra i più intensi, causa le preoccupazioni sul futuro del locale ospedale, mons. Andrea Bruno Mazzocato ha portato la sua riflessione al cuore dei dibattiti politici che animano l’inizio del 2016 in Friuli: la riforma dell’assistenza sanitaria, quella dei Comuni e delle Province che ha introdotto le Uti e poi la legge nazionale Cirinnà sulle coppie di fatto, che prevede il via libera alla stepchild adoption, ovvero all’adozione dei figli del partner, anche omosessuale.
 
Una profonda e preoccupata riflessione, quella dell’Arcivescovo, che parte dalla storia stessa di Cividale e del Patriarcato di Aquileia, che nella Città Ducale visse anni di grande vitalità.
 
«La tradizionale Messa dello Spadone ricorda questa civiltà cristiana che progressivamente i nostri antenati hanno costruito fecondando col vangelo tutte le espressioni della vita personale, familiare e sociale – ha ricordato mons. Mazzocato -. Essi, 650 anni fa, vedevano nel Patriarca l’autorità che faceva sintesi tra la vita religiosa e la vita civile perché ambedue succhiavano linfa dalla stessa sorgente che era Gesù, la Luce vera. La festa dell’Epifania, torna a lanciarci il messaggio antico e sempre attuale. “Rivestitevi di luce”. Come Vescovo, successore del Patriarca Marquardo, faccio mie le parole del profeta invitando tutti a “rivestirsi di luce, della Luce vera che è Gesù e il suo vangelo».
 
«Ma cosa vuol dire, nel concreto, “rivestirsi di luce”? “Non sul corpo, evidentemente, ma sulla coscienza – ha risposto mons. Mazzocato -. La nostra coscienza può rivestirsi di luce se medita con interesse le parole del Signore Gesù. Dalla coscienza, la luce si diffonde nei nostri pensieri, nei sentimenti, nel sorriso, nelle azioni. Diventiamo, a nostra volta lampade luminose».
 
Di qui il riferimento concreto alle riforme regionali in atto nella sanità e nell’amministrazione dei servizi ai cittadini e a quella nazionale sulle coppie di fatto e l’adozione nelle coppie di persone omosessuali: «Chi ha la responsabilità di guidare queste decisioni può avere il grande merito di portare guarigione alle sofferenze di tanti fratelli, speranza nei loro momenti di difficoltà, sostegno per una vita buona personale e sociale, rispetto alla dignità della persona. Dovendo, però, muoversi su campi abitati anche da nebbie e da tenebre – per usare le immagini del profeta – non è remoto il rischio di disorientarsi o di cedere alla tentazione di seguire compromessi e interessi che deludono e offendono le persone e le comunità».
 
Di qui un appello ai politici: «In questa S. Messa prego perché mettiamo tutti la nostra coscienza davanti alla luce del vangelo di Gesù. Assicuro una preghiera particolare per quanti abbiamo l’autorità di influire, in questi tempi complessi, sulla vita e sulle speranze dei nostri fratelli e sorelle bambini, giovani, adulti e anziani. Lo Spirito di Dio ci aiuti ad aprire la porta del cuore perché entri la Luce della Misericordia che Gesù ha acceso e che è l’unica saggezza che regge il mondo».
 

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