Omelia dell’arcivescovo di Udine nella Giornata mondiale della pace 2016: «È l’indifferenza la vera minaccia per la pace, guardiamo al buon Samaritano esempio di corresponsabilità solidale»

«L’indifferenza è una minaccia per la pace, un sentimento che rende insensibile l’uomo e lo porta a non provare compassione davanti alle sofferenze dei suoi simili, né ad avvertire rimorso quando fa del male all’altro; come Caino che, senza rimorso, dichiara di non dover rendere conto di suo fratello. Non è difficile comprendere come questa sorgente malefica possa generare ingiustizie sociali perché rende sordi al grido dei poveri e possa dar vita a conflitti mortali perché rende insensibili davanti alle vittime della violenza e della guerra». Questo il forte monito lanciato dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata in occasione della Santa Messa per la 49ª Giornata mondiale della Pace, tenutasi in Cattedrale oggi, venerdì 1° gennaio, alla presenza, come da tradizione, delle autorità e civili e militari. «Vinci l’indifferenza e conquista la pace» è il titolo del messaggio di Papa Francesco in questa importante giornata e di cui l’Arcivescovo ha evidenziato alcuni passaggi, in particolare laddove l’indifferenza è indicata come «l’humus infetto da cui continuano a germogliare “le guerre e le azioni terroristiche, con le loro tragiche conseguenze, i sequestri di persona, le persecuzioni per motivi etnici o religiosi, le prevaricazioni, hanno segnato dall’inizio alla fine lo scorso anno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”».
 
Ancora una volta — come nella sua Lettera pastorale «Eterna è la sua misericordia» — mons. Mazzocato ha invitato, per vincere l’indifferenza, a guardare alla figura del Buon Samaritano. «Gesù — ha sottolineato il presule — è venuto in mezzo agli uomini per svegliarci dal sonno dell’indifferenza. Nella parabola del Buon Samaritano egli indica l’unica strada lungo la quale l’umanità può ancora trovare la sua salvezza. È la via della conversione che parte da Caino, il quale abbandona, con indifferenza, il fratello ucciso e giunge al buon samaritano che riconosce nell’uomo ferito a morte un suo fratello verso il quale ha il dovere di farsi prossimo. Il Papa definisce l’atteggiamento del buon samaritano “corresponsabilità solidale” e la indica come “radice della vocazione fondamentale alla fratellanza e alla vita comune”. Questa è anche la radice della pace autentica; della pace che non si accontenta di fragili compromessi tra poteri e interessi opposti ma che ha la forza di una vocazione a farsi “guardiani” responsabili del proprio fratello e del suo bene».
 
Mons. Mazzocato, quindi, ha concluso la sua omelia invitando tutti «a vivere l’Anno Santo della Misericordia lasciandoci penetrare in profondità dalle parole e dall’esempio di Gesù e assumendo qualche impegno concreto di corresponsabilità solidale per migliorare la realtà in cui viviamo e facendoci, così, operatori di pace».
 
Alla fine della celebrazione l’Arcivescovo ha consegnato a tutte le autorità presenti una copia del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace.
 
 
 

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