«24 ore per il Signore», l’Arcivescovo: «Un tempo prolungato di preghiera per chiedere di essere misericordiosi come il Padre»

«Siamo qui per invocare il Signore affinché ci renda, passo dopo passo, più misericordiosi, misericordiosi come il Padre, proprio come indica il motto di questo Giubileo straordinario». Così l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata venerdì 4 marzo nella celebrazione comunitaria del Sacramento della Riconciliazione che ha aperto la «24 ore per il Signore», il tempo prolungato di preghiera ed adorazione che si chiuderà sabato 5 marzo alle 18 con la celebrazione dei primi vespri della IV domenica di Quaresima. Un momento particolarmente intenso che la Chiese udinese – ha sottolineato mons. Mazzocato – vive in piena comunione con Papa Francesco e tutte le comunità cristiane del mondo. 

«È questo – ha spiegato l’Arcivescovo – un tempo di preghiera che ci vede umili davanti alla misericordia di Dio, il cui segno più forte e quotidiano è la presenza di Gesù nell’Eucarestia».

«A vivere questa celebrazione penitenziale – ha proseguito il Presule – ci aiuta la Parola di Dio che stasera ci guida in un profondo esame di coscienza. Nella prima lettura (Michea 7, 14-20) siamo invitati a sentirci popolo di Dio che invoca misericordia riconoscendo i propri peccati, con fiducia nel suo perdono, ma coscienti di essere un popolo infedele».

Riferendosi invece al brano del Vangelo (Luca 6, 27-38) l’Arcivescovo lo ha indicato come «esame di coscienza impegnativo» che ha come metro di misura quel «siate misericordiosi come il padre vostro è misericordioso» che Papa Francesco ha scelto per proprio per questo Giubileo straordinario. 

«Luca – ha spiegato mons. Mazzocato – ci indica esempi concreti rispetto ai quali possiamo confrontare la nostra vita: come sappiamo perdonare le offese? Abbiamo la capacità di dare di più e gratuitamente e non solo ricambiare quanto ci è dato? Sappiamo astenerci dal giudizio, dalla condanna? Di fronte a questo esame di coscienza non dobbiamo abbatterci, ma riconoscere le nostre debolezze e invocare il Signore perché ci renda, passo dopo passo più, misericordiosi».

Dopo il rito della riconciliazione è stato esposto il Santissimo sacramento e ha preso avvio il tempo prolungato di adorazione.

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