Nel Duomo di Udine mostra fotografica su Bula e Drbola, vittime del comunismo

sabato 18 Giugno

Dal 10 al 17 giugno 2022, le cappelle laterali del Duomo di Udine ospiteranno la mostra fotografica che la diocesi di Brno, nella Repubblica Ceca, ha dedicato in lingua italiana a due giovani sacerdoti, Jan Bula (nella foto, a destra) e Vaclav Drbola (nella foto, a sinistra), uccisi all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso dal regime comunista in Cecoslovacchia e per i quali è in corso il processo di canonizzazione presso la Santa Sede a Roma.

La mostra sarà presentata nell’incontro pubblico che si terrà venerdì 10 giugno, alle ore 17.30, nella sala presso la chiesa della Purità, in piazza Duomo a Udine, con gli interventi di monsignor Karel Orlita, amministratore del processo di canonizzazione per la Diocesi di Brno, e del professor Francesco Leoncini, già docente di Storia dell’Europa Orientale all’università Cà Foscari di Venezia.

Alcune lettere, scritte a parenti e amici da Jan Bula il giorno prima della sua impiccagione e ritrovate negli archivi della polizia cecoslovacca negli anni ’90, solo dopo la caduta del comunismo, testimoniano la serena fede del trentunenne sacerdote che, pur avendo subito interrogatori e torture, in quegli scritti ha confidato: «Il mio maggior conforto consiste nell’aver servito Dio fino alla fine. L’uomo mai ama Dio sufficientemente e di quest’unica cosa bisogna pentirsi. Il Signore Dio mi ha assegnato una vita breve. Ma credo che non sia stata invano».

Secondo Guglielmo Cocco, responsabile del Coordinamento diocesano Persona Famiglia Vita, che ha promosso l’esposizione udinese della mostra, «in questo momento di guerra in Europa, l’attualità della testimonianza dei due giovani sacerdoti martiri è legata alla fedeltà agli insegnamenti di Cristo e della Chiesa, che possono promuovere la pacifica convivenza tra diverse religioni e culture». Ed è proprio la Guida alla mostra a ricordare, in apertura, con la citazione del discorso tenuto da san Giovanni Paolo II nel 1990 nel Castello di Praga, durante l’incontro con il mondo della cultura cecoslovacca, che «ogni sforzo di costruire la società, la cultura, l’unità degli uomini e la loro fraternità sul rifiuto della dimensione trascendente crea, come a Babele, divisione degli animi e confusione delle lingue».

 

Tratto da «La Vita Cattolica» del 1° giugno 2022

18/06/2022 (tutto il giorno)
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