“Siate presenza di Gesù nel mondo”

“Con l’ordinazione diaconale Gesù entra in voi affinché siate presenza di Gesù nel modo”. Così l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, si è rivolto ai due nuovi diaconi permanenti Luigino Vit di Faedis e Cesare Zanelli di Rive d’Arcano, consacrati questa sera, domenica 8 dicembre, nel Duomo di Udine.

La celebrazione si è tenuta nella ricorrenza del’Immacolata concezione di Maria. E mons. Mazzocato, nella sua riflessione nel corso dell’omelia, è partito proprio proprio da quell’”eccomi” pronunciato da Maria all’annuncio dell’Angelo. “Un eccomi che ci accomuna”, ha detto l’Arcivescovo rivolgendosi ai due candidati al diaconato, ricordando il giorno della propria ordinazione episcopale, avvenuto il 9 dicembre di 13 anni fa.
 
“Questo primo passo, Cesare e Luigino – ha proseguito mons. Mazzocato – fatto rispondendo “eccomi” alla chiamata del Signore e facendo il gesto evidente di prostrarsi, è un segno di totale disponibilità a Dio”.
 
E riandando a quello stesso gesto da lui fatto 13 anni fa, mons. Mazzocato ha ricordato “l’esperienza interiore molto forte che ho provato, come di chi abbandona ogni pretesa sulla propria vita”.
 
Di fronte alla disponibilità di chi fa questa scelta, ha spiegato l’Arcivescovo, “Dio fa la sua parte, con il dono dello Spirito Santo che, in Maria, ha trasformato la sua vita e il suo corpo di giovane donna, poiché da quel momento ha iniziato  vivere in lei Gesù”. Allo stesso modo, anche nella consacrazione diaconale “scende lo Spirito Santo e Gesù prende possesso del consacrato perché faccia rivivere tra il popolo la sua presenza”.
 
Di qui l’invito, sull’esempio di Maria, a ”seguire Gesù rimanendogli fedeli, continuando dappertutto a renderlo presente”.
 
E’ seguito poi il rito dell’ordinazione, iniziato con la chiamata da parte del diacono e la risposta “eccomi” dei due ordinandi. Poi la promessa di obbiedienza e il gesto di prostrarsi distesi davanti all’altare. Infine l’imposizione delle mani e l’abbraccio finale.
 
Un’ordinazione, quella celebrata in Duomo, che acquista un significato particolare, in quanto si tratta di diaconi permanenti: «Due uomini che, pur continuando a fare la loro vita di lavoro e di famiglia – spiega il delegato episcopale per i diaconato, mons. Dino Bressan – ricevono dal Vescovo il mandato di collaborare con un  sacerdote per il bene della comunità». Comunità all’interno della quale il loro servizio costituisce «un richiamo costante ad una Chiesa serva: diacono infatti significa servo, che mediante l’ordinazione è consacrato come icona viva di Cristo per suscitare ed animare i vari servizi in risposta alle necessità della Chiesa. I diaconi vengono quindi resi partecipi del dono del ministero apostolico della predicazione, della liturgia e della carità».
 

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