Pasqua, la vittoria di Dio su ogni male. Anche sulla morte

Sono queste le parole pronunciate dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, durante l’omelia nella Santa Messa di Pasqua, celebrata questa mattina a Udine in una affollata Cattedrale.

Parole di «speranza nuova» e di «gioia di vivere», come quelle come quelle usate da Gesù Risorto per «spalancare la tomba di amarezza e rassegnazione» che avevano riempito il cuore di Maria Maddalena, prima protagonista dei racconti evangelici della Risurrezione di Gesù. A lei, che non voleva rassegnarsi a una vita senza senso e senza speranza, Gesù ha cambiato il cuore.

«Quante volte – ha detto l’Arcivescovo – ho incontrato persone nelle quali Gesù Risorto ha ripetuto la stessa trasformazione che ha compiuto in Maddalena. Anche in questi giorni – ha aggiunto – ho ascoltato racconti di cuori che a lungo avevano vissuto come a tentoni, dentro il buio di sbagli fatti, senza trovare luce di speranza, ma scivolando sempre più giù in una specie di disperazione».

Ma Gesù Risorto «in quel buio, in quelle tombe dei cuori» sa riaccendere «la luce della fede». È questa è la speranza dei cristiani: «la Risurrezione che Gesù continua a portare a tutti coloro che, come Maria Maddalena, tra le lacrime della tristezza cercano il loro Signore, anche se non sanno dove sia e come si faccia a trovarlo». Non importa, ha rimarcato mons. Mazzocato, «perché ci trova Lui», dobbiamo «rimanere in attesa e non rassegnarci».

E proprio sulla rassegnazione al male l’Arcivescovo di Udine ha voluto richiamare l’attenzione dei numerosi fedeli presenti alla celebrazione pasquale: «È una velenosa tentazione – ha sottolineato – a cui non ci si deve abbandonare» perché genera un altro brutto male che è «l’indifferenza». E chi ne è avvolto, «davanti a milioni di bambini condannati alla fame, alla cieca finanza che domina e crea ingiustizie, all’incapacità di superare certi vizi, spesso non fa nemmeno lo sforzo di chiedersi che cosa può fare contro questi mali».

Mons. Mazzocato ha definito l’indifferenza «una intercapedine tra il nostro cuore e i gemiti di dolore delle persone indifese». Far finta di niente davanti a tanta sofferenza «non può essere la soluzione contro il male», ma è «solo una anestesia dell’anima», perché anche se non si vede e non si sente il dolore, «il male continua a camminare», rovinando il cuore delle persone e delle relazioni familiari.

Mons. Mazzocato ha voluto ricordare, in chiusura di omelia, il viaggio a Lampedusa di Papa Francesco; in quell’occasione il Pontefice aveva denunciato «una globalizzazione dell’indifferenza».

Anche quella verso la «la fede in Dio, in Gesù Risorto, verso i nostri simili che soffrono e verso i nostri compromessi morali. È questa, ha concluso l’Arcivescovo, «la tomba da cui oggi abbiamo bisogno di risorgere».

Prima della Santa Messa in Cattedrale, l’Arcivescovo di Udine, aveva celebrato l’Eucaristia nel carcere di Udine, ricordando che la «la Risurrezione di Cristo deve essere anche la nostra, partendo dal cuore per arrivare ad un cambiamento vero». All celebrazione ha fatto seguito un momento conviviale e di scambio di auguri di Buona Pasqua, al quale ha partecipato anche l’onorevole Gian Luigi Gigli.

Domani, Lunedì dell’Angelo, mons. Mazzocato celebrerà la messa, alle ore 9.30, al carcere di Tolmezzo.

 

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