Oltre 500 chierichetti «invadono» Udine per la Festa diocesana dei ministranti

«Quello dei chierichetti è un movimento molto vivo. Cercheremo di potenziarlo con nuove forme di coordinamento». È questo il messaggio che l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Mazzocato, ha lanciato questa mattina, venerdì 1 maggio, a Udine, al termine della 31ª festa dei ministranti che ha visto radunarsi a Udine oltre 500 chierichetti provenienti da una cinquantina di parrocchie di tutta l’Arcidiocesi di Udine, da quelle della montagna, come Raveo, Paluzza e Pontebba fino a quelle della Bassa come Precenicco e San Giorgio di Nogaro. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze, dai più piccoli – una bambina di 4 anni, Sofia, di Pontebba, ai più grandi, di 17-18 anni. Una grande partecipazione nonostante la pioggia, afferma don Maurizio Zenarolla, rettore del Seminario di Udine, organizzatore dell’incontro.
I gruppi si sono ritrovati, a partire dalle 9 del mattino, nel grande cortile del Seminario, in viale Ungheria. Dopo un momento di intrattenimento, tutti si sono mossi in corteo per le vie della città – ciascuno con il proprio cartellone che indicava la provenienza – in direzione del Duomo dove è stata celebrata la Santa Messa, presieduta dall’Arcivescovo.
 
Un corteo variopinto, quello che ha attraversato viale Ungheria, via Piave, via Vittorio Veneto, per poi arrivare in Duomo. Variopinto per i cartelloni che ciascuna parrocchia aveva preparato e che ne indicavano la provenienza e per il verde fosforescente degli occhiali da sole, richiestissimo gadget simbolo della festa che ognuno dei ragazzi indossava, con stampata, sopra le stanghette, la frase scelta per questa edizione: «È bello stare con te». Una frase legata all’episodio della trasfigurazione di Gesù e che, ha spiegato all’inizio della celebrazione l’assistente diocesano, don Ilario Virgili, rivolgendosi all’arcivescovo, fa riferimento «alla bellezza sfolgorante che si percepisce stando con Gesù». Di qui la scelta degli occhiali da sole.
Nell’Omelia, mons. Mazzocato ha richiamato i bambini sull’importanza di alcuni gesti: dal segno della croce, «da fare al mattino per cominciare la giornata con Gesù, e alla sera perché ci protegga mentre dormiamo», all’aspersione dell’incenso, durante la celebrazione, «simbolo delle preghiere che tutti dobbiamo mettere sull’altare perché salgano verso Gesù». Un’omelia nella quale l’Arcivescovo ha chiamato alcuni bambini «interrogandoli» sul significato di questi gesti.
Una celebrazione, dunque, viva e piena di gioia. «Questa è sempre una festa che riesce bene – ci ha detto mons. Mazzocato al termine della Messa, dopo le foto di rito con alcuni gruppi – perché riconferma che il movimento chierichetti è molto vivo. Quest’esperienza incontra l’animo il cuore dei bambini e delle bambine e anche dei ragazzini più grandi. Per cui vedremo di potenziarla sempre di più. Con i responsabili del Seminario cercheremo di creare qualche forma di coordinamento più stabile, per intensificare i rapporti reciproci. I chierichetti sono un servizio importantissimo per le liturgie, senza di loro vediamo subito tutti che manca qualcosa. Quella del chierichetto è un’esperienza molto educativa per i ragazzi e le ragazze. La vicinanza all’altare al sacerdote, il sentirsi al centro dell’assemblea sono veramente un grosso contributo alla loro educazione cristiana».
 
Ed effettivamente era tanto l’entusiasmo che si coglieva nei ragazzi partecipanti, i quali, dopo la Messa, sono tornati nel cortile del Seminario per continuare la festa. Ma perché è così bello fare il chierichetto? «Perché ci si sente più amici di Gesù e tra noi» ci risponde Giovanni Palombieri, 13 anni, assieme a Daniele Botto e Lorenzo Capitan tra i decani del gruppo di Pagnacco, uno tra i più numerosi, visto che «nelle feste più importanti siamo anche in venti attorno all’altare», specifica Daniele. E per assicurarsi i ruoli più prestigiosi si fa anche a gara? «Non proprio, magari qualche volta c’è qualche lite tra i più piccoli – aggiunge Giovanni – ma noi cerchiamo di fare tutti a turno». Quali i ruoli più ambiti? «Senz’altro turibolo e navicella, croce e candeliere».
Stefano Damiani
 
Articolo tratto dal sito internet del settimanale diocesano «La Vita Cattolica» dove si può anche guardare la fotogallery della Festa diocesana dei ministranti.

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