Nelle pagine del volume «Il Catapan di Santa Margherita del Gruagno (1398 – 1582)» la storia europea del Friuli rurale

Sarà presentato giovedì 23 aprile «Il Catapan di Santa Margherita del Gruagno (1398 – 1582)», la nuova pubblicazione edita dall’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, nella collana «Fonti per la Storia della Chiesa in Friuli» dell’Istituto Pio Paschini, e curato da Manuela Beltramini e Flavia De Vitt. L’appuntamento è alle 20.30 nella Pieve di Santa Maria al Gruagno; a guidare il pubblico alla scoperta di questo importante volume sarà il professor Andrea Tilatti dell’Università di Udine. Alla presentazione interverrà – oltre al presidente dell’Istituto Pio Paschini, Cesare Scalon e al Pievano di Santa Margherita del Gruagno, don Ernesto Balzarin – anche l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato.
 
L’obituario (detto, con voce friulana, catapan) dell’antica pieve di Santa Margherita è la più importante fonte storica dei secoli XV e XVI per l’ampio territorio della chiesa battesimale, alla quale appartenevano una ventina fra chiese e fraterne del territorio plebanale.
 
In questo libro Flavia De Vitt ricostruisce un quadro di vita sociale e religiosa rurale, mettendo in evidenza gli aspetti del culto e quelli economici, le tradizioni popolari, le diversità di ceto e di cultura, la vita familiare e l’onomastica, penetrando nella quotidianità e nella psicologia di donne e uomini vissuti nei secoli XV e XVI in quei secoli. A Manuela Beltramini si deve invece l’edizione del testo del catapan, corredato degli indici onomastico, toponomastico  e delle cose notevoli, che consentono l’individuazione dei luoghi attuali e delle origini di cognomi moderni.
 
«Il territorio, rurale, che si estendeva fra le colline moreniche (Brazzacco, a nord) e la pianura (Colloredo di Prato, a sud) – spiegano le curatrici –, era, nella parte settentrionale, fittamente popolato di villaggi. Toponimi e microtoponimi, come si vede nell’apposito indice, mostrano le caratteristiche specifiche dei luoghi nel Quattro-Cinquecento. Vicino alla chiesa di Santa Margherita si estendeva il cimitero e sorgeva la cappella di San Martino, oggi scomparsa; resta invece la caratteristica centa o cortina, costituita da case che la proteggevano da tre lati: est, sud e ovest. Gli abitanti dei vicini villaggi di Alnicco, Torreano, Ceresetto e Brazzacco, dove sorgevano altre cappelle, erano i più legati alla pieve. Il manoscritto riporta più di 3300 nomi di persone, per le anime delle quali si elevavano preghiere di suffragio, sia dietro richiesta degli stessi beneficiari, formulata prima della loro morte, sia per iniziativa di parenti. Più di un quarto dei nomi dei destinatari delle preghiere era accompagnato da lasciti, sia in denaro, sia in natura: soprattutto olio per l’illuminazione, ma anche tovaglie d’altare, generi alimentari, capi di vestiario, beni immobili. Il cibo e il vino contribuivano al mantenimento non solo dei sacerdoti, ma anche dei bisognosi (distribuiti dalle confraternite), o erano consumati durante i periodici pasti comunitari dai membri delle associazioni stesse; in alcune circostanze, tutte le famiglie del villaggio dell’offerente ne godevano e poi esprimevano la loro gratitudine elevando preghiere di suffragio per le anime dei defunti».
«Può sembrare – concludono De Vitt e Beltramini – un piccolo mondo rurale. Ma non è così. L’attaccamento alla propria chiesa, pieve o cappella di villaggio che fosse, la fioritura delle confraternite, la diffusione del culto eucaristico ci conducono in una dimensione europea, come pure l’imposizione dei nomi di battesimo: sempre nomi cristiani. Il più diffuso di quelli maschili, nel catapan di Santa Margherita del Gruagno, è Giovanni, com’è stato riscontrato, per gli ultimi secoli del Medioevo, anche in altre parti del continente; e il più diffuso dei nomi femminili è Maria, segno di una tradizione giunta fino a noi».
 
Il volume è stato pubblicato grazie anche al contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Udine, della Fondazione Crup e della Fondazione delle Banche di Credito Cooperativo del Friuli Centrale.
 
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