L’Arcivescovo: «Accoglienza e prudenza: virtù per costruire la pace»

Come da tradizione lunedì 1° gennaio alle 19 l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha celebrato in Cattedrale la Santa Messa in occasione della Giornata mondiale della pace. Presenti autorità civili e militari a cui il presule ha consegnato il Messaggio di Papa Francesco: «Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace».

Per giungere alla vera pace ci sono tante vie e tante condizioni». Così l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata a Capodanno, in Cattedrale, in occasione della 51ª Giornata della Pace. E tra quelle vie e condizioni, mons. Mazzocato ha guardato nella stessa direzione di Papa Francesco che nel suo tradizionale messaggio per questa ricorrenza ha indicato: «Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace».  

«Il Santo Padre – ha infatti evidenziato il presule – ricorda che sono 250 milioni i migranti nel mondo, di cui 22 milioni sono rifugiati che fuggono da situazioni di grave disagio. È evidente che una tale massa di persone che sono in movimento da un paese all’altro interroga tutti e chiede di cercare le vie per evitare contrapposizioni ed individuare le condizioni per una pacifica convivenza».

E focalizzando l’attenzione sulla nostra realtà ha continuato: «Come sappiamo anche il nostro Friuli, dopo aver avuto nella seconda metà dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento tanti emigranti, recentemente ha conosciuto l’arrivo di uomini e donne stranieri mentre non pochi friulano, specialmente giovani, vanno ancora all’estero. Dal messaggio del Papa colgo qualche indicazione utile a trasformare “in cantieri di pace le nostre città” lavorando in modo costruttivo sulle diversità create dalla differenza di lingua, di cultura e di religione».

«Una virtù che Papa Francesco raccomanda ai governati è la prudenza» e l’Arcivescovo ha citato un passo del Messaggio del Santo Padre: «Praticando la virtù della prudenza, i governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, “nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, per permettere quell’inserimento”. Essi hanno una precisa responsabilità verso le proprie comunità, delle quali devono assicurare i giusti diritti e lo sviluppo armonico, per non essere come il costruttore stolto che fece male i calcoli e non riuscì a completare la torre che aveva cominciato a edificare».

L’indicazione dunque di una virtù che «aiuta a non seguire scorciatoie di fronte a questioni complesse». Ma quali sono le «scorciatoie da evitare? Tanto le posizioni «di chiusura preconcetta verso gli immigrati» sia, per altro verso, «gli atteggiamenti di accoglienza indiscriminata». Qui il riferimento all’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, dove ricorda che i governanti sono tenuti ad assicurare l’accoglienza: «nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso». «Questo bene comune – ha spiegato mons. Mazzocato – non si raggiunge favorendo un’esigenza a scapito dell’altra. I governanti saggi non devono solo difendere le proprie comunità chiudendosi alla presenza di migranti; né devono accettare che l’arrivo di migranti sia tale da compromettere “i giusti diritti e lo sviluppo armonico delle comunità”  che amministrano.  In altre parole, è  prudente il governante che cerca, di volta in volta, il giusto equilibrio tra le esigenze della propria comunità e il rispetto dei diritti e delle necessità di coloro che arrivano come migranti o rifugiati». Un equilibrio difficile – ha osservato il Pastore della Chiesa udinese – che chiede, appunto, «prudenza e onestà intellettuale». Ad esempio, «strumentalizzare la realtà dell’immigrazione per catturare il consenso dell’opinione pubblica a scopi propagandistici, oltre che poco onesto, è anche imprudente  perché non si può giocare con i problemi gravi della società. A medio termine se ne pagano le conseguenze».

Chiaramente, oltre alla virtù della prudenza, Papa Francesco invita anche alla virtù dell’accoglienza che l’Arcivescovo ha declinato come «accoglienza reciproca»: «Da parte nostra non è giusto “respingere, a cuor leggero, profughi  e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze”. Chi giunge, però, deve avere il cuore aperto ad accogliere la cultura, il diritto e le tradizioni delle comunità che lo ospitano. In particolare ricordo l’importanza del reciproco rispetto della propria tradizione religiosa. La libertà religiosa, infatti, è un cardine fondamentale per costruire relazioni di pace tra le persone e tra i popoli. Sappiamo che in diversi paesi del mondo, purtroppo, vige ancora un integralismo religioso, a volte anche violento. Chiediamo che le persone di altre culture e di altre religioni che giungono tra noi, condividano un convinto rispetto della libertà religiosa prendendo le distanze da ogni forma di intransigenza». 

E nel fermarsi a questi due richiami alla prudenza e all’accoglienza, mons. Mazzocato ha invitato a leggere per esteso il messaggio del Papa (on line all’indirizzo w2.vatican.va), concludendo con l’auspicio finale: «Il Signore conceda a noi tutti di sperimentare che un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace». 

Alla celebrazione in occasione della Giornata mondiale della Pace sono invitate le autorità civili e militari della città, tradizione rispettata anche in questo 2018. Tra gli altri erano presenti il sindaco Furio Honsell, alla sua ultima Messa della Pace in veste di primo cittadino, l’assessore regionale Maria Grazia Santoro, il presidente del Consiglio provinciale, Fabrizio Pitton, l’onorevole Gianluigi Gigli, il prefetto Vittorio Zappalorto e il questore Claudio Cracovia. Ad ognuna l’Arcivescovo ha consegnato personalmente il Messaggio di Papa Francesco.

 

Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social

Facebooktwitterrssyoutube

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail