
Contemplando la bellezza del restauro, mons. Mazzocato aveva osservato: “Entrando in questa chiesa, si ha forte l’impressione che essa sia stata costruita per la preghiera. Ed è impressionante come una tale bellezza sia potuta nascere nel Settecento in un piccolo paese di montagna. Si vede che è stata costruita con cuore e intelligenza, da uomini di fede”. Di qui il forte augurio del Pastore della Chiesa Udinese: “Dopo tutti gli sforzi, meritevoli, fatti per realizzare il restauro, non lasciatelo a metà. Facciamo sì che questa chiesa continui ad essere Casa del Signore. E se una casa è disabitata, si vede subito, anche se è stata progettata dal Palladio. Questa chiesa sarà davvero abitata se chi ci entra sarà nel suo cuore un tempio del Signore, come Maria”. Secondo Sant’Agostino, citato dall’Arcivescovo, “Maria ha concepito Gesù nel suo grembo perché prima ha saputo concepirlo nel suo cuore”. Perciò, è l’appello di mons. Mazzocato, “cuore e mente devono essere aperti alla preghiera personale e comunitaria e alla comunione nell’Eucaristia. Questa è la grande questione del mondo d’oggi”.
Prima della S. Messa, erano intervenuti il parroco, mons. Lorenzo Caucig, con il vicario parrocchiale don Gianluca Molinaro, il sindaco di Resia, Sergio Chinese, e l’architetto Paolo Emilio Daffarra, che ha guidato i lavori. Mons. Caucig ha sottolineato la grande generosità della gente di Stolvizza e dell’intera Val Resia, che ha coperto metà dell’opera, e il lavoro di squadra con la Diocesi (ringraziando per questo l’Arcivescovo e il direttore dell’Ufficio amministrativo diocesano, mons. Sergio Di Giusto) che ha permesso di fruire per l’altra metà dei fondi dell’8 per mille della Conferenza episcopale italiana. Proprio partendo da questo lavoro di squadra, il sindaco Chinese ha rilanciato il messaggio dato dall’Arcivescovo giovedì scorso ai sindaci e agli amministratori nell’Anno della Carità: “Ci ho pensato molto – ha detto il primo cittadino di Resia – e sono davvero convinto che dobbiamo creare una rete di solidarietà sempre più forte per chi sta peggio”.
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