Giuristi cattolici: convegno su «Sessualità e diritto»

«Sessualità e diritto: corpo, differenza sessuale, genere, omofobia e famiglia» è il titolo del convegno – organizzato dall’Unione giuristi cattolici italiani di Udine e Gorizia, assieme al’Ordine degli avvocati di Udine, l’Ordine dei giornalisti e l’Osservatorio Nazionale sul diritto di famiglia – che si terrà giovedì 19 maggio alle ore 16.30 nella sala Scrosoppi del Seminario arcivescovile, a Udine, in viale Ungheria 22.

Interverrà Francesco D’Agostino, professore ordinario di Filosofia del Diritto nell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, presidente onorario del Comitato nazionale per la Bioetica e presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, modererà l’incontro Manuela Comand, componente del Direttivo nazionale e presidente della Sezione di Udine dell’Osservatorio nazionale sul Diritto di Famiglia, consigliere dell’Unione giuristi cattolici italiani di Udine e Gorizia.

L’intervento di D’Agostino, dunque, sarà incentrato sul tema del rapporto tra sessualità e diritto che, afferma D’Agostino, «più di qualsiasi altra dimensione ontologica dell’uomo, ha costituito e costituisce il fondamento trascendentale (cioè la condizione di possibilità) di tutti i sistemi giuridici e sociali. Non può infatti darsi un sistema (naturale, biologico o sociale) se non a partire dall’identificazione delle parti che lo costituiscono. L’identificazione sessuale è il primo criterio di identificazione dei soggetti di un ruolo giuridico/sociale».

 

«La giusta pretesa degli omosessuali – prosegue D’Agostino – ad un profondo rispetto giuridico-sociale della loro soggettività relazionale si accompagna oggi alla loro pressante richiesta di abolire la differenza dei sessi come presupposto del riconoscimento della coniugalità: richiesta che ha ottenuto ampia soddisfazione in molti ordinamenti giuridici contemporanei». Secondo D’Agostino, però, «questa richiesta non merita di essere soddisfatta, dato che l’eventuale riconoscimento pubblico della coniugalità omosessuale non risponde ad esigenze sociali che non possano essere soddisfatte dal diritto volontario, quanto piuttosto a esigenze simboliche. La soddisfazione di tali esigenze non rientra tra i compiti strutturali del diritto».

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