“Concetta Bertoli nella preghiera si fece simile a Gesù”

Concetta Bertoli come esempio luminoso di ascolto della Parola di Dio e di preghiera: in questo modo ne ha tratteggiato la figura l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, che l’11 marzo ha presieduto una solenne Eucaristia nella parrocchiale di Mereto di Tomba. Nel 58° anniversario della morte, la comunità cristiana di Mereto di Tomba e l’intera Chiesa Udinese stanno ricordando oggi, martedì 11 marzo, la grande testimonianza di Concetta Bertoli, la “Crocifissa di Mereto” la cui causa di beatificazione è aperta in Vaticano e attende solo il riconoscimento di un miracolo per salire alla gloria degli altari. La preghiera proseguirà  stasera alle 18, con il Rosario meditato e alle 18.30 con la Santa Messa con l’amministrazione del sacramento dell’Unzione degli infermi ad anziani e ammalati che lo desiderano. La preghiera si rinnoverà anche domenica 16 marzo: alle 16.45 è previsto il Santo Rosario e l’Adorazione Eucaristica in collegamento con Radio Maria.

 

L’omelia dell’Arcivescovo
 

“Il cristiano è tale perché fa entrare spesso e in profondità la Parola di Dio nel suo cuore – ha spiegato l’Arcivescovo nell’omelia -. La Parola di Dio però porta il suo frutto se il terreno su cui cade è stato preparato ad accoglierla. Se è così, pian piano la Parola ci trasforma, cioé fa crescere dentro i noi i pensieri e i sentimenti di Gesù. Pensiamo come Lui, abbiamo i suoi stessi desideri, testimoniamo lo stesso Suo amore nella nostra vita. Concetta Bertoli è un esempio di tutto questo. “Chi vuole salvare la propria vita la perderà; chi perderà la sua vita per me la salverà”; “Chi vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”: queste parole del Signore erano scese in profondità nel cuore di Concetta Bertoli, sono germogliate in lei e l’hanno resa sempre più simile a Gesù. Concetta poteva dire come San Paolo: “Porto sul mio corpo le stimmate di Gesù Crocifisso”. Impariamo da Concetta ad essere sempre attenti alla Parola di Gesù, con la disponibilità ad accoglierla, sempre pronti a convertirci”.

 

La seconda grande testimonianza di Concetta è quella della preghiera. “Insegnando il Padre Nostro, Gesù ci insegna a pregare. A non usare tante parole come i pagani, ripetendo delle formule come se fossero magiche. Bisogna rivolgerci a Dio con cuore da figli – ha esortato mons. Andrea Bruno -, affidandoci completamente a lui, e poi pregare con un cuore aperto agli altri, disposti al perdono di chi ci ha fatto del male. Questa è anche la preghiera di Concetta Bertoli, che ad un certo punto, nell’immobilità totale, lo Spirito Santo ha trasformato totalmente in preghiera, consentendole di esprimere la stessa preghiera di Gesù, che si affida a Dio Padre: “Sia fatta la tua volontà”. Questo è stato anche il desiderio di Concetta”.

 

La storia della “Crocifissa di Mereto”
 

All’ età di 16 anni, mentre si recava in chiesa per la Messa del Natale del 1924, Concetta Bertoli accusò un forte dolore al piede. Nei primi mesi successivi i dolori si diffusero anche alle mani. Dopo inutili tentativi di cura, fu diagnosticato un male incurabile e progressivo: artrite nervosa deformante poliarticolare reumatica. All’inizio della malattia Concetta fece fatica a rassegnarsi all’ immobilità forzata. In seguito, con l’ aiuto dei propri parroci imparò ad accettare la grave infermità con cristiana rassegnazione, impegnandosi ad offrire le proprie sofferenze per la Chiesa, per la santificazione dei sacerdoti e per la conversione dei peccatori. Rientrata nell’ Azione Cattolica, cominciò a fare apostolato verso quanti andavano a visitarla. Dal 1935 la sua situazione peggiorò: le mandibole, ermeticamente bloccate, non le consentivano più di ricevere la S. Comunione. Poteva alimentarsi solo con liquidi che passavano tra le fessure dei denti e non era più in grado di muovere la testa, le braccia, le mani, le gambe. Il 19 luglio1938 partecipò ad un pellegrinaggio a Lourdes organizzato dall’ Unitalsi. Non chiese la guarigione ma solo di poter accettare nel migliore dei modi la sua condizione e di ricevere la Comunione. Fu esaudita. Nel 1941 entrò a far parte dell’ Ordine Francescano Secolare, sostenuta dai frati cappuccini di Udine. Così Concetta trovò in Francesco d’ Assisi un modello concreto per abbracciare con amore la croce di Gesù. Nel Natale 1949 volle festeggiare il venticinquesimo di nozze con la sua malattia: nella sua cameretta fu celebrata la Santa Messa durante la quale Concetta fece la Comunione. Consumata dai dolori, la sera del 11 marzo 1956 Concetta entrava nella casa del Padre. Aveva vissuto 31 anni di malattia, 26 di completa immobilità e 5 anche di completa cecità. Il suo funerale fu una festa. I suoi resti mortali riposano nella chiesa parrocchiale. Il processo di canonizzazione, iniziato il 13 gennaio 1969, si è concluso il 24 aprile 2001 con il riconoscimento delle virtù vissute in modo eroico.

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