Chiusura del Giubileo, l’Arcivescovo: «Rimanga aperta la porta del nostro cuore per accogliere Gesù e la sua misericordia»

«Mentre abbiamo chiuso la Porta della Misericordia nella nostra Cattedrale, rimanga aperta quella del nostro cuore continuando ad ospitare, come Zaccheo, Gesù e la sua misericordia per noi. La misericordia e il perdono di Gesù hanno reso il cuore di Zaccheo una vera porta santa della Misericordia; così continui ad avvenire dentro di noi per opera dello Spirito Santo e con la nostra collaborazione. Questo sono i testimoni e i missionari di cui oggi ha bisogno la Chiesa: cristiani che, piangendo sui loro peccati, hanno fatto esperienza della misericordia immeritata del Signore e la fanno sentire e gustare ai loro fratelli in famiglia, nel posto di lavoro, in ogni occasione». È questa supplica al Signore – e insieme invito ai fedeli – il cuore dell’omelia pronunciata oggi, domenica 13 novembre, dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, in occasione della solenne celebrazione eucaristica per la chiusura del Giubileo straordinario della Misericordia che ha visto la partecipazione di una folla di duemila fedeli. Accanto a mons. Mazzocato i tre vescovi emeriti della Diocesi, mons. Pietro Brollo, mons. Diego Causero e mons. Lucio Soravito.

 

Un momento di grande intensità quello vissuto oggi dalla Chiesa udinese, come del resto intenso è stato tutto l’Anno Santo straordinario voluto da Papa Francesco, un «tempo forte» nel quale è stata sperimentata la perenne novità dell’amore del Signore e che ha ridato slancio all’agire misericordioso della Chiesa nei confronti dell’uomo del nostro tempo. A tal proposito mons. Mazzocato ha sollecitato i fedeli a «fermarsi per qualche istante a ricordare le grandi cose che lo Spirito Santo ha fatto nella nostra Chiesa in questo Anno giubilare». «Cominciamo dalla nostra persona – ha evidenziato l’Arcivescovo – e riconosciamo come la Misericordia di Cristo ci ha toccato e, forse, cambiato la vita e il cuore; quali sono stati i momenti e le esperienze più intense di grazia che abbiamo vissuto durante quest’anno. Poi allarghiamo l’orizzonte e richiamiamo alla memoria le grazie che abbiamo visto nei nostri fratelli e nelle nostre comunità. Personalmente ne ho colti molti e consolanti: la riscoperta del sacramento della Riconciliazione con liturgie comunitarie e con tante persone che hanno ritrovato la strada della confessione cercando il perdono che solo Gesù può dare; la partecipazione numerosa alle 24 ore per il Signore e all’incontro con Gesù nell’adorazione eucaristica; la riuscita di momenti spiritualmente forti di ritiro e di pellegrinaggio nelle nostre comunità; l’attenzione particolare sia alle opere di misericordia corporale che alle opere di misericordia spirituale. Queste sono alcune delle grazie venute dalla Misericordi di Dio che ho avuto la gioia di vedere e di sentir raccontare».

 

«Carissimi fratelli e sorelle – ha concluso il presule -, se continueremo a camminare uniti dentro la misericordia del Padre non avremo paura neppure dei tempi difficili che Gesù, per altro, aveva già annunciato con chiarezza, come abbiamo sentito nel vangelo. La Chiesa, anche in Friuli, non ha mai attraversato tempi facili perché la storia dell’umanità e tribolata dall’opera del maligno. Ma non perde la speranza perché sa che, anche nel momento della prova, lo Spirito Santo è con lei e le suggerisce le parole e le azioni giuste per smascherare il male e portare la parola del Vangelo a coloro che cercano la luce della fede. Ci accompagni e ci protegga Maria, la Madre della misericordia».

Qui il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo

 

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