Centro Studi Luigi Sturzo: incontro sul tema «La crisi si vince con la relazione»

Dopo il saluto del presindente della Filologica, Federico Vicario, e l’introduzione di don Franco Gismano, docente di Dottrina sociale della Chiesa all’Issr di Udine, interverrà Luca Grion (nella foto), docente di Filosofia morale all’Università di Udine e direttore della Scuola di Politica ed etica sociale (Spes) promossa dall’Arcidiocesi di Udine.
 
Nel corso del precedente appuntamento del Centro Sturzo, il prof. Luigino Bruni, docente di Storia del pensiero economico all’Università Lumsa di Roma, ha esordito dicendo che come studioso e cittadino ha sempre considerato Sturzo un punto di riferimento. Un personaggio più grande del suo tempo, fondatore di un pensiero nuovo, classico e moderno insieme.

Nonostante il pensiero economico di Sturzo sia molto di più dell’economia civile, Bruni ha sottolineato che l’idea di Sturzo del mercato è molto simile a quella di Antonio Genovesi, ed ha la sua origine molto tempo prima, già nel ‘400. Sturzo pensa che la rendita sia un modo negativo per produrre ricchezza, perché mentre il profitto che nasce dal lavoro è un profitto buono, la rendita induce la persona a vivere per difendere la ricchezza che ha già prodotto o ereditato da altri. Il prof. Bruni ha precisato che l’economia di mercato è ambivalente ed evitare il rischio di nuove schiavitù dipende da noi e dalla politica.
 
Per Sturzo l’oggetto dell’economia non è mai individuale, ma sociale in quanto è una grande rete di rapporti di cooperazione prima che di competizione. Un’idea condivisa con Aristotele, san Tommaso e Rosmini.
Anche nella visione civile dell’economia questa è una grande rete di rapporti cooperativi e sociali. Per Sturzo il lavoro è cooperazione fra gli esseri umani, l’esperienza più sociale dell’uomo. Egli ha la visione biblica dell’uomo e del lavoro che è comunione fra noi, le cose, il trascendente. Ogni atto umano è un atto spirituale che consente al lavoro di poter essere un dono quando in esso si esprimono le dimensioni dell’umano: passione, entusiasmo, creatività, cuore.
 
Bruni ha sottolineato che queste dimensioni non si possono comprare con il denaro, a differenza di quanto spesso ritiene la classe dirigente aziendale. La riconoscenza e la reciprocità sono il frutto di uno sguardo di riconoscenza e di stima che il lavoratore si aspetta dai dirigenti. Oggi la prima crisi del lavoro è la mancanza di questo sguardo di stima. Se oggi non riprendiamo a guardare il lavoro con occhi sturziani, non saranno sufficienti le riforme di cui tanto si discute in questo periodo di crisi.

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