«Il sigillo dell’Apostolo»: omaggio a don Rinaldo Fabris a 5 anni dalla scomparsa

Una «lettura interpretativa» della prima lettera ai Corinzi di San Paolo per ricordare, a cinque anni dalla scomparsa il biblista friulano mons. Rinaldo Fabris. È lo scopo della serata di lettura e meditazione, a due voci, intitolata «Il sigillo dell’apostolo. Omaggio a don Rinaldo Fabris», che si terrà sabato 10 ottobre, alle ore 18, nel Teatro Palamostre di Udine.

Organizzata dalla Libreria Paoline con il sostegno dell’Arcidiocesi di Udine, l’iniziativa vedrà l’interpretazione di un testo scritto dall’attore e regista Giuseppe Bevilacqua – attuale direttore artistico per la prosa del Teatro Nuovo Giovanni da Udine – e da Raffaella Fabris, ideatrice dell’iniziativa assieme alle suore Figlie di San Paolo. Il testo si basa sul libro di mons. Fabris «Il sigillo dell’apostolo» (Edizioni Paoline 2011), traduzione e commento della Prima lettera ai Corinzi di San Paolo.

Don Fabris: una vita per la Bibbia

Nato a Pavia di Udine nel 1936, mons. Fabris è stato docente di Esegesi biblica del Nuovo Testamento presso lo Studio teologico di Udine e l’Istituto di Scienze religiose. Presidente dal 2002 al 2010 dell’Associazione biblica italiana, è stato autore di numerosissimi commentari biblici, articoli, studi monografici di storia dell’esegesi, teologia, spiritualità biblica.

«Come San Paolo, carità nella verità». Ricordando don Fabris

«Don Rinaldo – afferma suor Annamaria Moretto – per noi Paoline è stato da sempre un amico e un prezioso collaboratore del nostro apostolato in molteplici forme. Vogliamo ricordarlo come l’uomo della Parola, annunciatore instancabile, studioso appassionato, comunicatore attento e fedele a Dio e alla storia, capace di aprire lo scrigno della Scrittura perché tutti possano ricevere i suoi tesori abbondanti».

«Don Rinaldo – aggiunge Raffaella Fabris – è stato nelle menti e nel cuore di molte persone esempio di amore umile, mite e sapiente. Attraverso il suo fervore di grande esegeta, sapeva entrare nella vita della persona, lasciando il segno della buona novella cristiana, fonte di liberazione e accesso al mistero». Quale il motivo della scelta de «Il sigillo dell’apostolo» per questo momento di meditazione e preghiera? «Perché – risponde Fabris – la lettera di Paolo ai Corinzi fa emergere tutto il lavoro missionario e pastorale dell’apostolo, sottolineando i valori che vanno promossi da una comunità cristiana che si trova all’interno di un mondo disordinato e difficile qual era la Corinto del tempo. In questo senso la lettera di Paolo è attuale e rende anche il senso di quello che è stato l’impegno della vita intera di don Rinaldo: promuovere “l’agàpe en alètheia”, la carità nella verità, un’autentica religiosità che si rivela tramite la pratica dell’amore umile».

Bevilacqua: «I testi tracciano un percorso spirituale e affettivo»

«I testi di San Paolo – spiega Bevilacqua – si alternano a quelli di don Rinaldo nell’intento di restituire un percorso sia spirituale sia affettivo. La scelta non ha pretesa esegetica. Nel compierla abbiamo cercato, con un po’ dell’umile saggezza che lui ci ha trasmesso, di ascoltare ancora la sua voce… la voce del grande esegeta e uomo Rinaldo Fabris. Nella lettera ai Corinzi – prosegue Bevilacqua – credo che lui vedesse l’importanza del messaggio di un Dio che si è fatto “stolto” per rovesciare la sapienza degli uomini, rispondendo ad essa con la carità».

Il testo è diviso in quattro parti, come in una sorta di liturgia laica: un ingresso, poi le sezioni «Parola» e «Comunione», fino all’«Epilogo», con la lettura di una preghiera scritta da don Rinaldo in friulano traendola dalle Beatitudini. Voci recitanti saranno gli stessi Giuseppe Bevilacqua e Raffaella Fabris.

Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social

Facebooktwitterrssyoutube

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail