A 25 anni dalla scomparsa, la Chiesa udinese ricorda mons. Albino Perosa

Il 20 settembre ricorrono i 25 anni dalla morte del sacerdote e compositore friulano. Seppe salvaguardare il patrimonio musicale del passato, ma anche percorrere sentieri nuovi. Un ricco programma di celebrazioni e concerti, a partire dalla Santa Messa di suffragio presieduta il 20 settembre dall'Arcivescovo mons. Mazzocato.

Il programma di celebrazioni per i 25 anni dalla morte di mons. Albino Perosa avranno inizio martedì 20 settembre, nella Cattedrale di Udine, alle ore 19, con la Santa Messa di suffragio presieduta dall’arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, con la partecipazione della Cappella musicale della Cattedrale diretta da Davide Basaldella. Sono invitati i sacerdoti, i cantori e tutti coloro che hanno memoria del compositore friulano.

Le commemorazioni proseguiranno con un ciclo di tre concerti:

  • sabato 24 settembre, alle ore 21, nella chiesa della Santissima Trinità;
  • domenica 2 ottobre, alle 20.45, nel Duomo di San Lorenzo a Rivignano;
  • venerdì 18 novembre alle ore 20.45, nella Cattedrale di Udine.

 

I concerti

Il programma prevede all’inizio la presentazione del libro dedicato alla figura e alle partiture di alcune composizioni per organo inedite di mons. Perosa. Si passerà poi all’esecuzione di alcune opere del maestro. Beppino Delle Vedove proporrà brani per organo; gli Archi del Friuli e del Veneto, diretti da Guido Freschi, si cimenteranno con due opere per orchestra d’archi: la Sinfonietta le Rimembranze. Infine, la Cappella Musicale «Albino Perosa» di Mortegliano, gli Archi del Friuli e del Veneto, diretti da Gilberto Della Negra, proporranno alcuni brani per coro, archi e organo: i Mottetti polifonici e gli Inni di S. Paolino d’Aquileia, dalle «Tre Visitazioni», su testi di Pietro Biasatti. Voce solista: Sonia Trevisini.

 

Chi era “don Albino”

di mons. Giulio Gherbezza

Foto tratta dal Dizionario biografico dei friulani (www.dizionariobiograficodeifriulani.it)

Nato a Rivignano il 20 aprile 1915, entrò giovanissimo nel Seminario Arcivescovile di Udine dove, da autodidatta, sapeva già esprimersi alle tastiere. Allievo dei maestri mons. Giovanni Pigani e Mario Montico, ottenne nel 1946 il diploma d’organo e composizione organistica al Civico Liceo Musicale “J.Tomadini” di Udine e nel 1955 il diploma di composizione principale al Conservatorio “G.Tartini” di Trieste.

Fu dapprima insegnante nel Seminario di Udine ove, con l’aiuto di un bel numero di docenti, riorganizzò la Scuola di musica sacra. L’attività era piuttosto intensa: molti alunni si dedicavano allo studio del pianoforte e dell’organo, altri preparavano il canto gregoriano delle feste, altri costituivano il coro polifonico. Le liturgie erano dignitose e nel contempo si andava formando una bella schiera di organisti, di maestri di coro e di studiosi del nostro patrimonio aquileiese: erano buoni presupposti per il futuro delle nostre comunità cristiane.

Dal 1961 fu anche titolare della cattedra d’organo nel Civico Liceo Musicale di Udine e nel giro di pochi anni gli alunni e le cattedre si moltiplicarono. Nel 1966 fu nominato Maestro di Cappella nella Cattedrale di Udine e, accanto alla valentia dell’organista e del direttore, abbiamo avuto modo di apprezzare il compositore e il suo stile inconfondibile.

Seppe salvaguardare il patrimonio musicale del passato, della polifonia, del canto gregoriano ed anche le melodie del nostro Friuli. Nel contempo fu capace di percorrere nuovi sentieri: attuare le disposizioni che la Congregazione Vaticana aveva emanato a seguito del Concilio Vaticano II e così, con la felice collaborazione di don Rinaldo Fabris, don Albino riuscì a comporre nuove melodie, in lingua italiana e friulana, per i diversi tempi liturgici, destinate alle nostre chiese. Il canto doveva essere affidato all’assemblea dei fedeli e il coro doveva assumere un ruolo diverso, non più da protagonista, ma al servizio e a sostegno della comunità orante. Tutto questo divenne esemplare per un pubblico più vasto nel settembre ‘72, quando a Udine si svolse il Congresso Eucaristico Nazionale. E per la celebrazione conclusiva presieduta da Papa Paolo VI tutti i sacerdoti furono coinvolti nell’esecuzione della grandiosa Missa Solemnis per coro, organo e orchestra e il Te Deum finale: un vero tripudio di voci e di suoni tra l’esultanza di tutto un popolo.

Per il Maestro fu eccessiva la fatica del comporre, del trascrivere le parti, delle prove e forti le emozioni di quelle giornate così da mettere a repentaglio la sua salute. Si riprese pian piano e l’arcivescovo mons. Giuseppe Zaffonato volle premiarlo con la nomina di Canonico onorario della Cattedrale di Udine. E il neo-monsignore continuò a musicare i testi della “nuova” liturgia: partiture che dalla Cattedrale e dal Seminario passarono alle chiese della Diocesi. E lui continuò a dare il meglio di sé alle tastiere dell’organo oppure alla direzione del coro della Cattedrale con entusiasmo e fantasia sempre nuovi.

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