Don Elia Piu saluta la comunità di Marano Lagunare

giovedì 2 Ottobre

Domenica 5 ottobre, alle ore 17.30, ci sarà la celebrazione della Santa Messa solenne con la presenza dei sacerdoti maranesi e della forania, per salutare don Elia Piu, per 52 anni parroco della comunità maranese. Un “grazie” particolare verrà formulato dall’amministrazione comunale che sarà presente assieme ai sindaci che si sono succeduti durante il lungo servizio sacerdotale maranese di don Elia. La festa proseguirà in ricreatorio, con la banda «Stella Maris», per un momento di festa dove ognuno vorrà ringraziare e salutare personalmente «el piovan».
 
 

«El nostro pievan» 

di Nevio Regeni
 
Speravamo tutti non arrivasse mai, ma la notizia che il nostro amato «piovan» aveva deciso di lasciare l’incarico di parroco della pieve maranese di San Martino ha suscitato molto dispiacere, pur comprendendo bene le motivazioni che hanno portato mons. Elia Piu (nella foto, la partenza da San Giorgio Maggiore di Udine per Marano 52 anni fa) a tale gesto. Alcune domeniche fa, l’annuncio di aver rimesso il mandato di pievano nelle mani dell’Arcivescovo durante una sua visita in casa canonica. «Era cosa doverosa, visto che la mia situazione di salute va sempre peggiorando. L’Arcivescovo, a malincuore, ha accettato e si è ripromesso di dare un sostituto, solo per Marano, vista la singolarità della comunità maranese, e mi ha pregato di stare fino alla sua nomina. Successivamente mi trasferirò alla Fraternitas in Udine».

Mentre leggeva questo comunicato tutti i presenti hanno rivisto passare nella mente questi 52 anni passati da don Elia a Marano. Era giunto il 16 dicembre 1962 per collaborare con mons. Albino Galletti. Il 29 luglio del 1967 è nominato parroco. Si occupa della cura spirituale dei parrocchiani, ma s’impegna fortemente anche nel sociale, creando la banda giovanile musicale, dirigendo il coro quando serviva un maestro, attivando i primi tornei di calcio all’interno dell’oratorio. Nel 1976 si adopera affinché gli sfollati del terribile terremoto, in particolare quelli di Buja, siano ospitati dalle famiglie maranesi. Ristruttura le chiese, l’oratorio, scrive per primo un libro completo sulla storia di Marano, partecipa anche come autore ai festival delle canzone maranese. Si occupa di diritti nella laguna, s’impegna affinché si trovi una soluzione per i problemi della Maruzzella e della pesca in generale. Un prete che diventa anche un vero maranese, che conserva e coltiva le tradizioni religiose di cui va fiera la comunità maranese.
 
Un prete umile, che dedica molto tempo alla preghiera (quante volte è stato visto in chiesa seduto in un banco con il breviario in mano), alla visita dei malati, degli anziani, alla benedizione delle case (fin quando la salute glielo ha permesso). 
 
Ora è giunto il momento per il saluto e il ringraziamento. 
02/10/2014 20:03
02/10/2014 20:03
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