Così, per aspirare alla pace, è necessario che la fraternità – meta difficile da raggiungere – diventi «ideale superiore alle forze morali di noi uomini».
Mons. Mazzocato ha, quindi, fatto riferimento alla globalizzazione, un fenomeno che ha reso «più vicini tutti gli uomini». Ma più vicino non significa, automaticamente «più fratelli». «La casa si è ristretta – sono le parole dell’Arcivescovo –, per cui è più facile incontrarsi. Questa sarebbe una possibilità provvidenziale per conoscerci meglio, accoglierci, condividere i beni comuni e vivere in pace».
Ma se manca «lo spirito di fraternità» la casa stretta, ovvero il mondo globalizzato, «diventa luogo di scontri».
Per questo, ed è l’appello forte lanciato da mons. Mazzocato, «è necessario un impegno morale rinnovato e convinto per promuovere una cultura e un’educazione alla fraternità e sconfiggere la globalizzazione dell’indifferenza».
Altrimenti, come ha rimarcato anche Papa Francesco, il rischio è quello di «abituarsi alla sofferenza degli altri».
Un impegno morale, dunque, quello che ciascun cristiano deve far proprio e che parte dal pregare insieme «Padre nostro». In questo modo, ha detto mons. Mazzocato, «ci riconosciamo fratelli e non degli estranei». Ma dobbiamo «guardare tutti verso Dio e chiamarlo Padre».
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