L’Arcivescovo inaugura la mostra su don Emilio de Roja, nel 30° anniversario della morte del fondatore di “Casa dell’Immacolata”

Al sacerdote friulano don Emilio de Roja è dedicata la mostra «Costruire sempre», che sarà presentata a Udine, allestita nella Galleria Modotti, sabato 26 febbraio alle 10.30 nella chiesa di San Pietro alla presenza dell’Arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato e del Sindaco di Udine Pietro Fontanini.

La mostra sarà visitabile negli spazi della Galleria Modotti di Udine, in via P. Sarpi, ogni venerdì dalle 16 alle 18.30, ogni sabato e domenica
dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.30. La mostra sarà aperta fino al 5 aprile 2022.

La rassegna nasce dalla collaborazione tra il Comune di Udine e l’Associazione Partigiani Osoppo con il supporto di Centro Culturale il Villaggio, Fondazione Casa dell’Immacolata e Associazione Amici di don de Roja per commemorare il trentesimo della morte del sacerdote friulano e il settantesimo della Casa dell’Immacolata da lui fondata.

 

La vita di don Emilio de Roja

Emilio de Roja nacque il 28 febbraio 1919 a Klagenfurt da una facoltosa famiglia di emigranti friulani; quando il padre Luciano fallì e la madre Anita Savonitti ritornò ad Urbignacco con i figli più piccoli, Emilio con i fratelli più grandi rimase in Austria affidato a uno zio, finché riuscì a ricongiungersi alla madre.

Entrato in seminario nel 1929 fu ordinato prete nel 1941 e nel 1943 aderì alla brigata partigiana Osoppo, mentre i suoi 3 fratelli maggiori, cittadini austriaci, morirono in guerra nell’Europa orientale. Grazie alla padronanza del tedesco appreso da bambino riuscì a liberare dal carcere i comandanti dell’Osoppo nel marzo del 1945 e il 30 aprile trattò con il comando tedesco – che aveva minato monumenti e strutture essenziali di Udine – la ritirata dalla città, salvandola e gestendo il carcere di via Spalato fino alla Liberazione, il 1° maggio 1945.

Fu nominato nel 1945 cappellano a San Domenico, un quartiere udinese di emarginati dalla difficile situazione sociale. Fondò nel 1946 l’Opera San Domenico e un gruppo scout, nel 1947 avviò corsi professionali maschili e femminili per preparare al lavoro. Per ospitare i ragazzi fondò nel 1952 la prima Casa dell’Immacolata, cui seguì nel 1960 l’attuale sede di via Chisimaio su progetto dell’ing. Antonio De Cillia.

Dal 1973 instaurò un rapporto speciale con l’arcivescovo di Udine monsignor Alfredo Battisti – di cui diventò confessore – il quale nel 1976 chiamò i ragazzi di don de Roja a distribuire aiuti ai terremotati. Vicario per il clero nel 1975, presiedette la Caritas udinese dal 1977 al 1987, ma il centro dei suoi interessi rimase sempre Casa dell’Immacolata.

Don Emilio de Roja, che in tutta la vita coltivò anche un proficuo rapporto con l’arte e la cultura, morì il 3 febbraio 1992, pochi mesi prima che il Papa in persona, San Giovanni Paolo II, varcasse la soglia della Casa dell’Immacolata.

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