L’Arcivescovo agli amministratori: «Rianimare la partecipazione, famiglia e giovani: le vie di speranza da percorrere»

Percorrere strade di speranza. È questo l’invito che l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha lanciato giovedì 14 dicembre nel suo intervento in occasione del tradizionale incontro natalizio con politici ed amministratori del territorio. Un appuntamento che in questo Natale 2017 assume una rilevanza ancor maggiore in vista dell’importante tornata elettorale della prossima primavera che, in Friuli, chiamerà alle urne i cittadini per il rinnovo non solo del Parlamento italiano, ma anche del Consiglio regionale e di numerose amministrazioni comunali, compresa quella della città di Udine.

 

Tre in particolare le «strade di speranza» indicate dall’Arcivescovo. Innanzitutto quella che – di fronte a tante situazioni di persone e famiglie «stanche e sfinite mentre attraversano giorni di precarietà economica, lavorativa, affettiva, fisica e psicologica» – chiama coloro «che hanno il compito delicato di governare il bene economico e sociale delle comunità» ad essere «buoni pastori che conoscono la compassione e la dedizione per le pecore» specialmente per quelle più fragili. Un impegno questo comune a sindaci e a parroci, ha sottolineato mons. Mazzocato. E riferendosi alla diffusa disaffezione nei confronti della politica l’Arcivescovo ha esortato a una campagna elettorale capace di «rianimare il desiderio di partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica dei Comuni, della Regione e della Nazione». Come? I cittadini – ha spiegato il presule – «hanno bisogno di vedere che, al di là di qualsiasi schieramento, coloro che si candidano come amministratori hanno a cuore i gravi problemi che  affliggono le persone, le famiglie e la società in questo scorcio della nostra storia». E poi la «costruzione di un dialogo»: «Hanno bisogno di vedere che, al di là di qualsiasi schieramento, coloro che si candidano come amministratori hanno a cuore i gravi problemi che  affliggono le persone, le famiglie e la società in questo scorcio della nostra storia».

 

Mons. Mazzocato ha poi richiamato alla necessità di porre «un’attenzione privilegiata» alla famiglia, guardando tra l’altro, con preoccupazione, alla «grave crisi demografica che ha raggiunto dimensioni di una vera sciagura, peggiore del terremoto o di altre catastrofi che hanno colpito questa terra».  «Gli uomini e le donne – ha aggiunto –, condizionati da tanti freni, non hanno più la forza di generare figli. Ad altri non è permesso di nascere con la tragedia dell’aborto causato spesso da mancati sostegni alle donne che si trovano in situazioni di grave debolezza». E ha continuato: «Pensando sempre all’appuntamento elettorale, è necessario ribadire con forza che la questione della denatalità rappresenta la prima e principale emergenza. Non ci può essere strategia politica assennata che non consideri tale questione primaria, non solo sul piano logico o valoriale, ma anche nel costruire un programma politico e amministrativo. È un impegno pregiudiziale che verifica tutti gli altri, dà loro verità e un ordine di priorità. Siamo a rischio di sopravvivenza. Se la politica non è in grado di essere lungimirante sulle politiche familiari, permettete che dica che non è degna del suo nome».

 

Terzo segno di speranza: i giovani. «La nostra società – ha evidenziato l’Arcivescovo –  è costituita da molte persone anziane verso le quali è doverosa la più grande attenzione. Altrettanta attenzione, però, va data alle nuove generazioni che sprigionano speranza perché si proiettano verso il futuro con la voglia di vivere e di realizzarsi in pienezza. Esse non hanno molta voce in capitolo nel dibattito pubblico perché i bambini sono troppo piccoli per far sentire le loro ragioni e i giovani pensano spesso a lasciare il nostro territorio regionale e nazionale perché qui non vedono prospettive significative». Il pensiero dunque – tra i tanti aspetti della «questione giovanile» – non poteva non andare alla scuola: «Auspico, in proposito – ha detto mons. Mazzocato –, un’alleanza tra famiglia e scuola sempre più stretta e trasparente. Essa non è sempre facile, ma è un fronte che non può essere abbandonato».

 

E concludendo il suo intervento ha ricordato anche le altre questioni fondamentali che riguardano la nostra società e che devono interessare la politica: «Sono cosciente che altri temi importanti meritano attenzione in questo momento. Penso a tutto il campo dello sviluppo economico ed occupazionale, alle riforme strutturali che riguardano la sanità e gli enti locali. Penso al fenomeno dell’immigrazione sul quale mi limito ad auspicare che sia affrontato con la dovuta onestà e senso di responsabilità senza cedere alla tentazione di strumentalizzazioni politiche o elettorali. Mi è sembrato importante soffermarmi sui tre temi, appena esposti, perché possono diventare forti segni di speranza se saranno presi sul serio da coloro che avranno responsabilità politiche e amministrative. Di speranza che non delude e di un senso forte per la vita oggi c’è grande bisogno».

 

Qui il testo integrale dell’intervento dell’Arcivescovo.

Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social

Facebooktwitterrssyoutube

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail