In Piazza San Pietro il presepe realizzato dagli artisti di Sutrio

È stato inaugurato sabato 3 dicembre, in piazza San Pietro, a Roma, il presepe per il Natale 2022 che quest’anno è opera di undici artigiani di Sutrio. Realizzato con il sostegno della Regione FVG e Promoturismo, d’intesa con l’Arcidiocesi di Udine, il Presepe sarà inaugurato alle ore 17, dopo che in mattinata una delegazione del Friuli-Venezia Giulia, guidata dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga – e di cui farà parte anche il parroco di Sutrio, don Harry Della Pietra – sarà ricevuta dal Santo Padre in Vaticano.

Arriva da Sutrio, in Carnia, profumerà di legno di cedro e dal 3 dicembre arrederà il cuore di Piazza San Pietro, a Roma: è il Presepe del Natale 2022 in Vaticano, realizzato da un team di artisti ed artigiani del legno attivi sul territorio, a Sutrio e in tutta la regione. Il Presepe resterà visitabile per tutti i fedeli in Piazza San Pietro a Roma, fino all’Epifania 2023. Successivamente sarà allestito in via permanente a Sutrio.

«Il presepe – ha affermato il vicario generale, mons. Guido Genero, al settimanale diocesano “La Vita Cattolica” – non è solo un esercizio di artigianato, ma una professione di fede, in cui si realizza la contemplazione dell’uomo e di Dio vicino e presente, una tradizione viva in ogni territorio del Friuli che, dalla montagna al mare, nel Presepio si rappresenta e riconosce».

 

Il presepe, tradizione radicata a Sutrio

Il Comune di Sutrio vanta una radicata tradizione dell’artigianato del legno: poco più di 1.200 abitanti, adagiato alle pendici del Monte Zoncolan e incorniciato dalle Alpi Carniche, Sutrio è esso stesso un “paese – Presepe”. Da oltre cinquant’anni, infatti, le sue case, le sue strade, i suoi abitanti sono ricostruiti nel “Presepe di Teno”, un vero museo etnografico in miniatura. E una natività a grandezza naturale, scolpita in grossi tronchi di legno di cedro, campeggia da qualche anno proprio all’ingresso del paese: la richiamano, nel centro storico, diverse altre sculture, sparse come altrettanti personaggi di un unico, grande Presepe.

Forte di questa vivissima tradizione, l’Amministrazione comunale di Sutrio aveva manifestato la propria disponibilità ad offrire il Presepe per il tradizionale allestimento natalizio in Piazza San Pietro: una proposta accolta nel 2020 dal Governatorato del Vaticano. Da allora, nell’ultimo biennio, undici scultori del legno che operano in Friuli Venezia Giulia si sono dedicati all’intaglio del Presepe: sono gli artisti Stefano Comelli, direttore artistico del progetto, Padre Gianni Bordin, frate cappuccino e sacerdote, Andrea Caisutti, Corrado Clerici, Paolo Figar, Arianna Gasperina, Isaia Moro, Martha Muser, Hermann Plozzer, Renato Puntel e l’artista ucraino Oleksander Shteyninher, in Italia dal 1999. Il Presepe che i fedeli vedranno rifletterà la libera ispirazione e il sentire di ogni artista coinvolto, così come ogni donna e ogni uomo guardano, a loro modo, al mistero della Natività.

Un’ispirazione che troverà composizione unitaria nello scenografico e policromo intarsio dedicato alla Pace, apposto sotto la Natività: il messaggio – la scritta PAX – è stato realizzato dai marmisti Giuliano Borchi e Massimo Borchi con tutte le pietre del Friuli Venezia Giulia, dal Carso alla Carnia, da Cividale alle Dolomiti friulane, all’area del pordenonese.

 

Le figure del presepe in Vaticano

L’ispirazione degli scultori riflette la cura per i valori etici e spirituali: i sentimenti di umanità, fratellanza, solidarietà sociale e inclusione sono stati il riferimento primario per la realizzazione della Sacra Famiglia, e degli altri personaggi del Presepe che vedremo in Piazza San Pietro. Un “paesaggio umano” chiamato non solo a incorniciare la donna, l’uomo e il Bambino uniti in un abbraccio nella grotta, ma anche a ricordarci il tempo e il mondo in cui viviamo.

Come nel caso del Gruppo di figure composto dall’uomo che aiuta un altro uomo a risollevarsi, per rimettersi in cammino verso la grotta, incarnando le speranze di futuro di ogni essere umano, ad ogni latitudini del pianeta. La cifra progettuale del design è inestricabilmente legata alla tradizione della cultura del legno, nel costante confronto con la storia: la Grotta, con la sua stella cometa incorporata, è metafora di quella volta celeste, luogo universale, chiamato a perpetuare il mistero della nascita del Messia, e ad annunciare la salvezza dell’umanità.

Con premurosa attenzione alla tradizione è rappresentata la Sacra Famiglia: Gesù Bambino, in un atteggiamento di amorevole serenità, ha le fattezze classiche del neonato avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. La Madonna è raffigurata in ginocchio, alla sinistra del Bambino Gesù, con il capo ricoperto dal manto e le braccia allargate ad indicare il Salvatore. E San Giuseppe, in piedi alla destra del Bambino, ha una mano portata al petto e con la mano sinistra regge la piccola lanterna, simbolo di luce e speranza, che illumina Gesù. Il bue e l’asinello, con fattezze realistiche, sono coricati a fianco di Maria e Giuseppe.

Sopra la Natività, sulla cupola della grotta ad un’altezza di 7 metri circa, l’Angelo è presidio di luce per tutti.

Non possono mancare i personaggi che richiamano la tradizione del territorio: il falegname, innanzitutto, riferimento immediato ai tanti artigiani che, nelle Alpi Carniche, hanno fatto del lavoro del legno la loro vocazione. E poi la tessitrice, che richiama il lavoro femminile di molte donne della Carnia, tuttora vivo in molte piccole realtà imprenditoriali. Rappresentativa per antonomasia della montagna carnica è la figura del cramâr, l’antico ambulante che partendo a piedi dal suo piccolo paese, e portando sulle spalle una cassettiera di legno, andava di villaggio in villaggio a vendere i prodotti artigianali della sua comunità. Il cramâr del Presepe 2022 è disposto in cammino verso la Natività. E ci sono anche la pastora, figura tipica del presepe e richiamo forte alla montagna e alla natura che offre cibo per gli animali, consentendo di allevarli con cura.

La famiglia è un gruppo scultoreo composto da tre figure, in piedi – una donna, un uomo, un bambino – unite in un abbraccio, in posizione antistante alla grotta. E come da tradizione sono in cammino verso la Natività anche i tre Re Magi: procedono lungo la rampa che sale verso la grotta, generosi delle loro terrene ricchezze, per omaggiare il più piccolo uomo, l’ultimo, il Salvatore.

 

Il progetto del presepe

Il presepe ha una superficie di 116 metri quadrati sui quali sono disposte 18 statue ricavate da tronchi di legno massello di cedro. L’allestimento è stato concepito con grande attenzione ai valori della sostenibilità; la culla che ospiterà il bambino è stata realizzata dal direttore artistico del progetto Stefano Comelli assieme a Martha Muser e ricavata dall’intreccio delle radici di alberi abbattuti dalla tempesta Vaia.

Ogni personaggio dell’opera brillerà, inoltre, grazie al progetto di light design donato al Comune di Sutrio dalla ditta croata Skirà.

A fare da sottofondo musicale al presepe saranno inoltre le melodie e le canzoni di alcuni artisti del Friuli Venezia Giulia: due brani del coro di Ruda accompagneranno la cerimonia dell’accensione delle luci del presepe, inoltre “è Natale” intonata da Andrea Nassivera e altri dieci brani, di cui due realizzati dal carnico Lino Straulino, faranno da sottofondo al presepe per tutto il periodo di permanenza dell’opera a Roma.

 

L’attenzione alla sostenibilità

Nessun albero è stato abbattuto per fornire la materia prima del presepe di Sutrio: se da un lato la struttura complessiva è stata realizzata con 24 metri cubi di legno di larice, certificato Friuli Venezia Giulia, il legno utilizzato per le 18 statue proviene invece dalle risorse dei vivaisti attivi nei giardini pubblici o privati del comprensorio: l’essenza di cedro veniva piantumata più di cent’anni fa.

Un dettaglio significativo testimonia la sensibilità del progetto per la natura e la montagna: la culla del Bambino è stata realizzata dal direttore artistico del progetto Stefano Comelli, con l’artista Martha Muser, e ricavata dalla radice di un albero sradicato durante la terribile tempesta Vaia: eco del passo di Isaia 11,1-10 «un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici». La culla è infatti realizzata con materia prima di recupero: la struttura portante è formata da vecchie travi di stalla, mentre il vortice che abbraccerà il bambino è composto da rami e radici abbandonati all’indomani di Vaia, reperiti nei comuni di Sutrio e Paluzza.

 

Fedriga: «Collegamento spirituale tra la natività e la nostra regione»

«Da inizio legislatura – ha affermato Fedriga alla conferenza stampa di presentazione dell’evento – questa è la seconda occasione in cui il Friuli-Venezia Giulia contribuirà all’allestimento natalizio di piazza San Pietro: la prima è stata nel 2018 con l’abete, al quale sabato si aggiungerà il presepe di Sutrio. Si tratta di una vetrina importantissima per la nostra regione, che mette a disposizione della comunità globale l’eccellenza artistica del Friuli Venezia Giulia e lo fa guardando alla sostenibilità ambientale. La scelta di usare le radici degli alberi spezzati dalla tempesta Vaia per realizzare la culla di Gesù bambino stabilisce un importante collegamento spirituale tra la natività e la nostra regione, un messaggio di rinascita che trasmette i valori fondanti del Friuli Venezia Giulia».

 

Per approfondire:

 

Foto di copertina tratta da www.vaticannews.va

 

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