EMERGENZA CORONAVIRUS | L’Arcivescovo scrive due accorati messaggi a fedeli e sacerdoti: «Resistiamo insieme alla tentazione di chiuderci in un guscio»

Pubblichiamo integralmente il testo dei due messaggi che l'Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha scritto a fedeli e sacerdoti. «Il tempo di prova continua, lasciandoci nell’incertezza di quando e come ne verremo fuori. Può così sedimentarsi nei cuori una certa stanchezza, che potrebbe spingere a chiudersi nel proprio guscio per non sentire sempre brutte notizie. A tale tentazione dobbiamo resistere e spero che anche queste parole, che ho pensato di rivolgervi, siano un piccolo aiuto».

«Il tempo di prova continua, lasciandoci nell’incertezza di quando e come ne verremo fuori. Può così sedimentarsi nei cuori una certa stanchezza, che potrebbe spingere a chiudersi nel proprio guscio per non sentire sempre brutte notizie. A tale tentazione dobbiamo resistere e spero che anche queste parole, che ho pensato di rivolgervi, siano un piccolo aiuto». Si apre così il messaggio che il pastore della Chiesa friulana rivolge ai fedeli: «Per resistere assieme – prosegue – è necessario “non perderci di vista l’uno con l’altro”. Questo è il primo invito che faccio a me e a tutti voi».

Dunque una vicinanza forte che si fa concreta in un momento di grave emergenza, un sentimento che esprime anche nei confronti dei sacerdoti, indirizzando pure a loro una lunga lettera che mira ad aprire uno speciale dialogo in questo tempo di deserto: «In questi giorni in cui abbiamo pochi contatti fisici – scrive mons. Mazzocato –, restiamo in comunione di preghiera con il vescovo e tutti i confratelli della nostra grande famiglia del Presbiterio diocesano. […] Possiamo, poi, prendere l’iniziativa di farci vivi gli uni con gli altri attraverso qualche telefonata o messaggio per scambiarci un saluto, una parola, un parere sulle scelte che stiamo facendo. Sarebbe edificante per tutti anche comunicarci  qualche testimonianza su come stiamo vivendo spiritualmente e pastoralmente questo tempo di insicurezza e di prova. Da parte mia, ho espresso la mia riflessione con messaggi ed omelie e continuerò a farlo. Sarebbe bello ascoltarci anche tra di noi».

Nel messaggio ai sacerdoti vengono ribadite le disposizioni emanate il 9 marzo, a cui si aggiungono quattro nuove indicazioni:

– Sono sospese le celebrazioni dei battesimi e dei matrimoni mentre per i funerali resta la possibilità di una breve preghiera in cimitero con benedizione del corpo del defunto.

– Ai malati gravi è nostro dovere portare i sacramenti in casa, dopo previo accordo con i parenti e rispettando le norme generali di sicurezza.

– Valorizziamo al meglio le risorse che offrono i moderni mezzi di comunicazione per accompagnare le persone e le famiglie in momenti di preghiera.

– Si invita a spostare la celebrazione della prima confessione e della prima comunione all’inizio del nuovo anno pastorale 2020-21 per consentire un’adeguata preparazione e una celebrazione serena ai bambini, alle famiglie e alle comunità.

Di seguito il testo integrale dei due messaggi. Ricordiamo inoltre che i media diocesani offrono ogni giorno momenti di preghiera, sussidi e la celebrazione della Santa Messa: alle 18 su Radio Spazio è possibile pregare il Rosario, che giovedì 19 marzo – in occasione della festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia – sarà presieduto dall’Arcivescovo e trasmesso in diretta anche sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi. Ogni giorno alle 19.30 sulle frequenze dell’emittente diocesana si può ascoltare la celebrazione dell’Eucaristia feriale (che viene trasmessa in diretta anche da Telefriuli). Radio Spazio trasmette anche la via crucis ogni venerdì alle 15 e, soprattutto, la Santa Messa festiva ogni domenica alle 10 (in diretta anche su Telefriuli). Tutte queste celebrazioni si terranno nel santuario della Madonna delle Grazie, a Udine, privilegiato luogo di affidamento e preghiera in occasione delle epidemie che lungo i secoli hanno colpito il Friuli.

Su questo sito diocesano sono inoltre pubblicati diversi materiali ad hoc predisposti dai diversi uffici, tanto per la preghiera quanto per la catechesi di bambini e ragazzi. Infine nella consapevolezza che l’informazione e lo spirito di coesione diventano un bene ancora più prezioso in tempi di emergenza, la «La Vita Cattolica», il settimanale edito dall’Arcidiocesi di Udine in queste settimane è disponibile gratuitamente per tutti dal sito www.lavitacattolica.it. Nella sezione “Edizione digitale” il numero disponibile in edicola si potrà anche sfogliare online e scaricare in formato pdf. «Pur distanziati, stiamo insieme», lo slogan adottato per l’iniziativa.

 

Messaggio al Popolo di Dio

 

Cari Fratelli e Sorelle,

abbiamo iniziato la Quaresima di quest’anno entrando in un tempo di prova difficile e imprevedibile, causato dall’aggressione del coronavirus. Il tempo di prova continua lasciandoci nell’incertezza di quando e come ne verremo fuori. Può così sedimentarsi nei cuori una certa stanchezza, che potrebbe spingere a chiudersi nel proprio guscio per non sentire sempre brutte notizie.

A tale tentazione dobbiamo resistere e spero che anche queste parole, che ho pensato di rivolgervi, siano un piccolo aiuto. Esse si aggiungono ad altri messaggi che in diversi modi ho già offerto dall’inizio della Quaresima.

Per resistere assieme è necessario “non perderci di vista l’uno con l’altro”. Questo è il primo invito che faccio a me e a tutti voi.

Il Coronavirus ci costringe malignamente ad isolarci fisicamente gli uni dagli altri. Non deve, però, riuscire a sfilacciare i legami di affetto, amicizia, solidarietà che ci legano.

Le famiglie sono “costrette” a stare più tempo assieme. Sia una bella occasione per guardarsi negli occhi, per aprire reciprocamente il cuore, per ritrovare il gusto del dialogo tra di noi e con il Signore, pregando tutti assieme.

Tante persone si ritrovano, invece, sole in casa e, magari, nel bisogno di beni di prima necessità. Sono molti i volontari che si stanno dando da fare, coordinati dalla Protezione civile, dalle parrocchie, dalle amministrazioni comunali. Li ringraziamo di cuore. Aggiungo, però, che ognuno di noi può fare la propria piccola parte. Se ci pensiamo, ci vengono in mente conoscenti a cui può far piacere ricevere un saluto e scambiare una parola. Facciamo loro una telefonata o inviamo un messaggio; è un piccolo regalo che parte dal cuore e contribuisce a sconfiggere l’isolamento a cui ci spinge questo virus.

Ho nel cuore, poi, i malati che vengono ricoverati e si trovano improvvisamente isolati anche rispetto agli affetti più cari. Non riusciamo, purtroppo, a raggiungerli neppure con il conforto cristiano dei sacramenti. Dio renda merito ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari che stanno loro vicini col cuore oltre che con la loro professionalità. Non dimentichiamoli nella nostra preghiera.

E continuiamo a pregare tutti, in questo momento di prova e, quando possiamo, preghiamo assieme. La preghiera consoliderà quella comunione con Gesù, con Maria e tra di noi che il Corona virus non può rompere.

Brevemente mi soffermo su un secondo invito.

A me e, credo, a tutti voi tornano spontanee queste domande: ma cosa sta succedendo? Perché ci è arrivata addosso questa bufera che sta travolgendo tutto il mondo?

Sono interrogativi difficili. Se leggiamo la Sacra Scrittura, troviamo che se li poneva anche il popolo ebraico quando era sconvolto da guerre e deportazioni e temeva per la sua stessa sopravvivenza. La risposta gli giungeva dai profeti ed era una risposta illuminata dalla fede. Essa conteneva sempre un chiaro invito: “Dio vi chiede di convertirvi”.

Quelle prove e sofferenze erano uno scossone violento con cui Jahvè voleva risvegliare la co-scienza del suo popolo perché si rendesse conto che si era dimenticato del suo Dio e si era allontanato dall’alleanza con Lui per seguire strade di peccato e di rovina.

Anche a noi Gesù risorto vuol dire qualcosa di molto importante in questo momento di grave insicurezza e sofferenza. Ci ripete cioè l’invito con cui cominciò la sua predicazione: “È tempo di convertitevi e di tornare a credere al Vangelo!”.

Cari Fratelli e Sorelle,

accogliamo questo invito di Gesù che è per la nostra salvezza. È importantissima, infatti, la salute del corpo ma dobbiamo riscoprire che più importante è la salvezza dell’anima. È importante salvaguardare la vita fisica, ma più importante ancora è non sprecarla per impegnarla invece in un dono d’amore che durerà per la vita eterna.

È un male grave il coronavirus che ci sta facendo tribolare ed più grave è il male del peccato, le cui conseguenze sulla vita nostra, degli altri e dell’umanità neppure riusciamo a calcolare.

Questa Quaresima “del Coronavirus” sia un tempo di risveglio della nostra coscienza e si riaccenda in noi il desiderio forte di liberazione dalle pesantezze del peccato per avere una co-scienza più leggera, che sa volare sulle ali dell’amore che Gesù ci ha insegnato.

Continuiamo, allora, il nostro cammino tenendoci per mano spiritualmente con la preghiera e continuando ad invocare la nostra Beata Vergine delle Grazie con la preghiera che ho offerto a tutta la nostra Chiesa diocesana:

O Beata Vergine delle Grazie,
clemente Madre nostra,
come i nostri antenati,
torniamo ad inginocchiarci davanti a Te
mentre la nostra salute e serenità
sono turbate da un virus subdolo e invisibile.

Donaci la grazia di ritrovare in noi la fede
che non ci fa sentire soli nella prova
ma accompagnati ogni giorno
dalla Provvidenza di Dio che ci ama come Padre
e dall’intercessione del tuo cuore di Madre.

Rinnova in noi la coscienza
che più grave in noi è il male dell’anima
e facci sentire il desiderio
di essere liberati e perdonati
dai tanti nostri peccati.

Rafforza la speranza
che questa nostra preghiera può essere esaudita.

Per questo affidiamo alla tua protezione
I fratelli e le sorelle malati,
tutti coloro che si stanno dedicando a loro
con coraggio e dedizione,
le famiglie e la comunità friulana,
la Chiesa e tutta l’umanità

Faisi dongje, o cjare Mari,
cun chel vuestri biel Bambin. Amen

+ Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo

 

 

Messaggio ai sacerdoti

 

Carissimi Confratelli,

con l’inizio della Quaresima siamo entrati in un imprevedibile tempo di prova, causata dal diffondersi del Coronavirus, e nessuno riesce a prevedere quando e come potremo tornare alla normalità a cui eravamo abituati.

Abbiamo subito affrontato l’emergenza con generosità e fantasia pastorale cercando i modi più efficaci per sopperire all’improvvisa sospensione delle celebrazioni sacramentali e liturgiche e delle altre attività pastorali. Abbiamo offerto e stiamo offrendo ai fedeli e alle comunità diverse opportunità per alimentare la loro fede e vivere fruttuosamente questa inedita Quaresima.

Mi unisco, di cuore, al ringraziamento che il Cardinal Bassetti, Presidente della CEI, ha voluto esprimere ai sacerdoti. Grazie per la testimonianza di fede e di passione pastorale che state dando alla nostra Chiesa friulana.

Il cammino in questo deserto di incertezza e di spogliazione si sta, però, prolungando e non riusciamo ad intravvederne la fine. Il passo, allora, può diventare più stanco e più corto il respiro. Cominciano a sentirsi affaticati coloro che, in prima linea, stanno fronteggiando il diffondersi del contagio e soccorrendo i malati,. Si accentuano le difficoltà per le famiglie con i figli a casa da scuola e per le attività produttive.

È umanamente comprensibile che anche nel nostro animo di pastori cresca un senso di pe-santezza la quale può indurre la tentazione a chiuderci in noi stessi per non lasciarci troppo inquietare.

Avvertendo anche in me questo rischio spirituale, ho pensato che fosse cosa buona e gradita scrivervi queste righe per aiutarci  assieme nel tempo della prova.

“Aiutarci assieme”: questo è il primo invito che rivolgo a me e a tutti voi. Il Coronavirus ha un’azione maligna non solo perché distrugge i polmoni ma anche perché tende a indebolire i rapporti. La sua aggressività ci sta costringendo a stare lontani fisicamente gli uni dagli altri facendoci vivere in una solitudine che, a lungo andare, può anche farci male.

Aiutiamoci a trasformare questa difficoltà in un’occasione per ravvivare i rapporti tra di noi. Lasciando da parte pregiudizi e difficoltà di intesa che ci possono essere tra noi, con cuore umile pensiamoci fratelli, uniti da quel legame di amore che Gesù ha creato tra noi grazie al sacramento dell’Ordine sacro.

Alimentiamo questo rapporto sacramentale, che neppure la morte scioglierà, pregando gli uni per gli altri. In questi giorni in cui abbiamo pochi contatti fisici, restiamo in comunione di preghiera con il vescovo e tutti i confratelli della nostra grande famiglia del Presbiterio diocesano. Affidiamo a Gesù i confratelli che hanno difficoltà di salute; quelli anziani della “Fraternità sacerdotale” e gli altri che abbiamo certamente presente. Preghiamo anche per i fratelli presbiteri che vivono altre difficoltà personali o  di ministero.

Possiamo, poi, prendere l’iniziativa di farci vivi gli uni con gli altri attraverso qualche telefonata o messaggio per scambiarci un saluto, una parola, un parere sulle scelte che stiamo facendo.

Sarebbe edificante per tutti anche comunicarci  qualche testimonianza su come stiamo vivendo spiritualmente e pastoralmente questo tempo di insicurezza e di prova. Da parte mia, ho espresso la mia riflessione con messaggi ed omelie e continuerò a farlo. Sarebbe bello ascoltarci anche tra di noi.

Lancio, in proposito, una proposta. Chi desidera condividere con gli altri confratelli un’esperienza o un pensiero personale, può inviarli all’indirizzo mail della mia segreteria (segreteriavescovo@diocesiudine.it) e don Nicola si incaricherà di farli giungere a tutti.

Permettete un secondo invito. Colpiti e un po’ disorientati dalla forza di contaminazione di questo virus e dalle sue conseguenze a livello mondiale, penso che a tutti voi salga dal profondo dell’anima una grande domanda: cosa vuol dirci Dio con questa prova? Come comprenderla alla luce della Parola di Dio e della fede?

Mi vengono subito alla mente grandi pagine del profeti dell’Antico Testamento. Quasi sempre essi si sono trovati in mezzo al popolo di Dio sconvolto da terribili prove che mettevano in pericolo la sua stessa esistenza. Sentivano dalle persone la domanda accorata: perché ci succede questo?

La prima risposta dei profeti, alla luce della fede, era: convertiamoci! I momenti di prova si rivelavano come forte e provvidenziale invito alla conversione. Erano come tremendi scossoni che risvegliavano la coscienza del popolo, il quale si era lasciato trascinare sui sentieri dell’infedeltà a Jahvè, alla sua alleanza, ai suoi comandamenti.

In sintonia con la voce dei profeti, Gesù stesso inizia la sua predicazione con un forte invito: “Convertitevi e credete al Vangelo!”. Questa sua parola risuona con piena verità anche in questi nostri giorni.

Con umiltà proviamo noi per primi, come pastori della Chiesa di Cristo, a leggere i segni di questo tempo e riconoscere da quali infedeltà e compromessi il Signore ci chiama a convertirci purificando la nostra fede.

Se ci aiutiamo in questo discernimento sincero e coraggioso, questa Quaresima può diventare veramente un tempo di grazia  che vede un risveglio delle nostre coscienze che ci porta alla confessione delle nostre infedeltà e alla gioia di una conversione profonda.

Concludo con un terzo invito.

Come gli altri vescovi e in sintonia con loro, ho inviato nei giorni scorsi delle indicazioni con-crete  che tenevano conto delle norme di prevenzione indicate nei Decreti governativi.

Queste indicazioni cercavano di conciliare l’accoglienza responsabile delle norme date dal Governo con l’altra responsabilità, che abbiamo come pastori, di assicurare ai nostri cristiani, alle famiglie e alle comunità quegli aiuti che permettano loro di coltivare la propria vita spirituale.

Si tratta di un equilibrio non sempre facile specialmente in un tempo di emergenza co-me questo. Anche tra noi ci possono essere modi diversi di valutare le scelte da fare.

Per questo inviterei tutti ad attenersi agli orientamenti che vengono dati, magari facendo presenti le obiezioni e le proposte che ci vengono in mente e che possono essere utili.

In concreto, confermo le disposizioni che ho dato il 9 marzo scorso, con alcune aggiunte concordate con i vicari foranei:

  • Sono sospese le celebrazioni dei battesimi e dei matrimoni mentre per i funerali resta la possibilità di una breve preghiera in cimitero con benedizione del corpo del defunto.
  • Ai malati gravi è nostro dovere portare i sacramenti in casa, dopo previo accordo con i parenti e rispettando le norme generali di sicurezza.
  • Valorizziamo al meglio le risorse che offrono i moderni mezzi di comunicazione per accompagnare le persone e le famiglie in momenti di preghiera.
  • Si invita a spostare la celebrazione della prima confessione e della prima comunione all’inizio del nuovo anno pastorale 2020-21 per consentire un’adeguata preparazione e una celebrazione serena ai bambini, alle famiglie e alle comunità.

Cari Confratelli,

questo mio messaggio è un dialogo che resta aperto tra noi. Cerchere-mo, passo dopo passo, di capire cosa ci chiede la volontà di Dio dentro questo tempo di prova.  Consideratemi disponibile ad ogni contatto, dialogo e suggerimento.

Nel frattempo vi affido con tutto il cuore al Signore Gesù, per intercessione della Beata Vergine delle Grazie e dei nostri Santi Patroni.

+ Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo

Udine, 18 marzo 2020

 

Segui l'Arcidiocesi di Udine sui social

Facebooktwitterrssyoutubeinstagram

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail