Al Museo diocesano di Udine in visione un Graduale aquileiese del XIII secolo

Al Museo Diocesano di Udine, nella suggestiva cornice della Biblioteca Patriarcale, prosegue l’esposizione di prestigiose opere. Nel tempo della Pasqua dal 5 aprile al 5 maggio si potrà ammirare il “Graduale Aquileiese”, il codice del sec. XIII che riunisce i canti liturgici tipici della tradizione melodica aquileiese.

Tra questi canti particolare evidenza ha la “Visitatio Sepulchri” – la Visita al Sepolcro – il “tropo” della “Nox Magna”, la “Grande Veglia” della Pasqua. Nella forma dialogata del dramma liturgico l’Angelo si rivolge in canto alle tre donne che sul far del mattino si recano al Sepolcro: “Quem quaeritis?” “Chi cercate?”, a cui le tre Marie nel canto rispondono “Gesù Cristo il Nazareno!” e a loro l’Angelo annuncia cantando “Non è qui: è risorto”.

Il codice sarà anche virtualmente sfogliabile con il touchscreen della Ubiz3D di Gorizia. Sarà ascoltato il dialogo cantato tra l’Angelo e le tre Marie eseguito dalla “Schola Aquileiensis”.

La sacra rappresentazione era inscenata nella Veglia del Sabato Santo – la Nox Magna – presso l’edicola del Santo Sepolcro edificata agli inizi dell’XI secolo nella Basilica di Aquileia. Questa preziosa architettura dalla pianta circolare è visibile sul lato sinistro di chi entra nella Basilica. Copia sintetica e selettiva del Sepolcro di Gesù a Gerusalemme ne rievoca l’aspetto circolare, ne ripropone le lampade votive e del banco sepolcrale riproduce le fattezze e le esatte misure.

Accanto al “Graduale Aquileiese” saranno esposti altri due volumi della Biblioteca Arcivescovile. Uno è l’“Antifonario responsoriale di Salisburgo” del XV secolo, donato dal patriarca Ludovico di Teck alla chiesa di S. Maria di Castello. Il codice è decorato da grandi iniziali in nero-rosso-blu e da altre miniate con eleganti intrecci di foglie e motivi zoomorfi. Gli è accanto la seconda edizione del “Trattato delle piante & immaginj de sacri edifizi di Terra Santa disegnate in Ierusalemme secondo le regole della prospettiua, & uera misura della lor grandezza” di fra Bernardino Amico da Gallipoli, stampato a Firenze nel 1619.

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