A vent’anni dalla canonizzazione, la Chiesa udinese celebra san Luigi Scrosoppi

La Chiesa ricorda il fondatore della congregazione delle Suore della Provvidenza il prossimo 5 ottobre, a 20 anni dalla sua canonizzazione. Alle ore 19 l’Arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, presiederà una S. Messa in Cattedrale a Udine. Due giorni prima, domenica 3 ottobre, ad Orzano, nella Casa dove padre Luigi si ritirò nell’ultima fase della sua vita e che ne ospitò a lungo le spoglie, alle 10.30 sarà celebrata una S. Messa. Al termine del rito la “Pia società San Luigi Scrosoppi” conferirà il Premio San Luigi all’associazione “Sos Rosa”, che gestisce un centro antiviolenza a Gorizia.

Ieri le fanciulle bisognose e abbandonate, oggi i bambini – maschi e femmine – costretti a crescere in situazioni limite o allontanati dalle loro famiglie per casi di violenza, degrado, dipendenza… O anche mamme che cercano disperatamente di rimettersi in piedi, e – in tanti paesi poveri nel mondo – combattono contro la fame e le malattie. Da oltre 180 anni le Suore della Provvidenza aprono le loro braccia e offrono accoglienza e sostegno ai più fragili. Sono loro, oggi, l’eredità più tangibile dello straordinario operato di padre Luigi Scrosoppi, l’ultimo santo friulano, il “prete della carità”.

 

Chi era san Luigi Scrosoppi

Nato a Udine nel 1804, Luigi era l’ultimogenito di tre figli di una famiglia profondamente cristiana. A dodici anni iniziò a frequentare il seminario e nel 1827 fu ordinato sacerdote, come i fratelli Carlo e Giovanni Battista.

Non un’epoca facile quella in cui crebbe. Per il Friuli l’Ottocento fu un secolo travagliatissimo, colmo di rivolgimenti politico-militari. Cacciata Venezia, arrivò Napoleone, poi l’impero austroungarico, quindi tornarono i francesi, poco dopo di nuovo sostituiti dagli austriaci… E in quegli anni il Friuli stava pagando anche le conseguenze di una grave carestia, cui fecero seguito epidemie di tifo e vaiolo. L’insieme di queste sciagure causò non soltanto un sensibile calo demografico, ma anche una dilagante miseria.

La Chiesa fu particolarmente attiva per lenire le sofferenze della popolazione. Mai come in questo secolo ci fu in Friuli tanto fervore di iniziative di evangelizzazione e di promozione sociale ad opera di tanti sacerdoti e laici. Nominato direttore della “Casa delle Derelitte”, fondata da padre Gaetano Salomoni, padre Luigi si dedicò con dedizione straordinaria all’assistenza e all’educazione delle ragazzine orfane o abbandonate. Fu l’aiuto che ricevette in questo compito da parte di tante volontarie a convincerlo a fondare una comunità religiosa, con il nome di Suore della Provvidenza, ancora oggi attiva in tutto il mondo.

 

 Carità e preghiera: i tratti distintivi di san Scrosoppi

«La carità fu il segreto del suo lungo e instancabile apostolato», disse di San Luigi Giovanni Paolo II, durante I l’omelia tenuta nell’Eucaristia per la canonizzazione. Il filosofo padre Cornelio Fabro, scrisse di lui che «questo santo sacerdote… si colloca tra le testimonianze del soprannaturale più luminose dell’ottocento religioso italiano».

«Fin dall’inizio padre Luigi volle che le sue suore fossero preparate non solo spiritualmente ma anche professionalmente – ricorda mons. Duilio Corgnali, che fu tra i promotori della causa di canonizzazione –; quando gli austriaci cercarono di riprendersi Udine, i feriti nelle strade della città erano tanti e serviva qualcuno che li soccorresse. San Luigi chiamò un suo amico medico per istruire le suore e poi le inviò fuori a prestare cure. E non solo agli italiani». «In San Luigi fede e speranza si sono condensate in una carità senza limiti – prosegue mons. Corgnali, intervistato su Radio Spazio –. Preghiera e carità erano il suo bagaglio quotidiano. Non era solo un prete che faceva del bene, aveva una grande fede e il desiderio di farsi copia di Gesù Cristo, dunque servo di tutti, dei poveri anzitutto, ma anche delle suore della Provvidenza che lui stesso aveva istituito. È per questo che si è dedicato anima e corpo al prossimo».

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