Don Pietro Cortiula? Un martire. Venne ucciso, assieme ad altri 20 ovaresi, dalle truppe cosacche il 2 maggio 1945, una ferita ancora aperta nell’intera comunità. Tra i tanti suoi meriti c’è anche quello di aver nascosto una famiglia ebrea, fuggita dalla persecuzione a Trieste e integrata nella comunità di Liariis.
La vicenda è narrata nel docufilm “Il Confine di Brina” che sarà proiettato sabato 24 febbraio alle ore 18 nel Centro socio culturale di Ovaro.
La trama in sintesi
“Il Confine di Brina” narra la storia di persone coraggiose che hanno messo a repentaglio la propria vitaper salvarne altre, gettando il cuore al di là dei confini. Maria Luisa Crosina è una ricercatrice storica che scopre un fatto straordinario riguardante la propria famiglia: viene a sapere che parte di essa riuscì a sottrarsi alla Shoah fuggendo da Trieste. Attraverso ricerche mirate, Crosina rintraccia due anziane donne che confermano che don Pietro Cortiula ha nascosto la sua famiglia a Liariis, integrandola nella comunità locale e nascondendone l’identità ebraica.
Il film, snodandosi nell’ambiente degli uomini di montagna, si focalizza anche su altre storie di coraggiose azioni di salvataggio, come quelle degli alpinisti Ettore Castiglioni e Adamello Collini, che hanno aiutato dissidenti politici ed ebrei a superare i confini montani e del maresciallo dei carabinieri Bruno Pilat che riuscì a coprire la fuga da Aprica di 218 ebrei.
Il regista è Gabriele Donati.