Codroipo: una settimana giubilare per l’ostensione del “Cristo nero”. Celebrazioni, conferenze e concerti

lunedì 17 Marzo

Quello tra la comunità di Codroipo e l’immagine del “Cristo nero” è un legame mai scalfito nel tempo che si rinnova con l’ostensione solenne del crocifisso in occasione del Giubileo ordinario, a cui sono stati concessi dalla Santa Sede i requisiti di “chiesa giubilare”. In concomitanza con l’esposizione solenne del Cristo Nero in Duomo a Codroipo, dal 9 al 16 marzo, la Parrocchia propone una settimana di celebrazioni liturgiche, ma pure conferenze e incontri culturali che si terranno in Duomo, a partire da domenica 9 marzo, quando il programma sarà aperto alle 10.30 dalla Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba. Nei giorni dell’esposizione per i fedeli sarà dunque possibile ottenere l’indulgenza plenaria anche a Codroipo.

 

Il programma degli appuntamenti

Domenica 9 marzo, alle 10.30, si apriranno le celebrazioni con l’ostensione solenne e la S. Messa con l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba; alle 15.30 il Canto del Vespro e l’Unzione degli infermi. Alle 20.30, la rappresentazione teatrale “Nella Croce di Cristo il dolore del mondo”, con Zero Traccia di Codroipo.

Ogni sera, fino a giovedì 13 marzo, sarà proposto un incontro culturale (sepre alle 20.30):

  • Lunedì 10 marzo appuntamento con il teologo e filosofo don Luigi Maria Epicoco su “La croce di Cristo, deposito di vita ed epifania d’amore”;
  • Martedì 11 marzo don Marco Pozza, cappellano del carcere di massima sicurezza di Padova, parlerà della “Croce per i condannati: la Misericordia che supera ogni giustizia”;
  • Mercoledì 12 marzo il teologo Paolo Curtaz si soffermerà sul tema “Sotto la croce nasce la Chiesa”;
  • Giovedì 13 marzo lo psicologo e psicoterapeuta Ignazio Punzi proporrà “Dal fianco aperto, la sorgente dell’amore”.

Venerdì 14 marzo, alle 20.30, la Veglia quaresimale diocesana dei giovani con l’Arcivescovo si celebrerà proprio in duomo a Codroipo e non, come di consueto, in Cattedrale a Udine.

Sabato 15 marzo, alle 9, la celebrazione penitenziale comunitaria; alle 20.30, concerto dell’Orchestra Esagramma di Milano, modello di inclusione.

Domenica 16 marzo, a chiusura della settimana giubilare, la S. Messa pontificale con l’arcivescovo mons. John Joseph Kennedy, segretario nel Dicastero per la Dottrina della Fede; a seguire, la processione con il Cristo Nero; alle 15.30, la conclusione delle celebrazoni giubilari con il canto del Vespro e la benedizione con la reliquia della Santa Croce.

 

La storia: la croce dei condannati a morte

La sua storia inizia sei secoli fa. Precisamente a Venezia, dove per centinaia di anni è stato oggetto di devozione. Quello che oggi è conosciuto come “Cristo nero” era il crocifisso ligneo della confraternita della Consolazione, o di San Fantin (o volgarmente degli Impiccati) che accompagnava i condannati a morte verso il patibolo. L’effigie di Cristo nasce policroma, ma a seguito di un incendio viene brunita proprio per il triste compito che aveva di accompagnare coloro che stavano giungendo alla fine della loro vita nell’esecuzione capitale.

Poi, fili invisibili hanno fatto sì che il Cristo Nero arrivasse nella comunità di Codroipo. Era il 1° dicembre 1808, ma solo qualche mese dopo la particolare statua, con una solenne processione in occasione della Domenica delle Palme, trovò collocazione in una cappella della chiesa cittadina. Da allora la croce è diventata anche per le comunità del Medio Friuli il fulcro di una profonda devozione.

 

A Codroipo grazie a due fratelli sacerdoti

Il suo arrivo a Codroipo lo si deve poi a un rocambolesco iter legale che la vede coinvolta nelle razzie napoleoniche, destinata a prendere la strada di Milano o di Parigi. Il parroco di Codroipo, Zaccaria Tiritelli, e il cappellano della Confraternita della Consolazione, Leandro, erano fratelli, così come un avvocato e pure giudice a Venezia, Francesco, originari di Flaibano. Con sensibilità, arguzia e i mezzi legali a disposizione, riuscirono a salvare la croce dalla deportazione.

Via mare, l’opera giunse a Portogruaro e da lì, su un carro, a Codroipo. Allora il paese contava poco più di 2000 abitanti, ma la cronaca dice che 10 mila persone accompagnarono il corteo dal luogo dove era mantenuta segretamente in custodia fino al Duomo, dove successivamente le fu dedicato un altare.

Così, venne a compiersi il desiderio di don Leandro, e il Cristo Nero venne salvato per il suo profondo valore devozionale. Un simbolo davanti al quale avevano pregato decine di migliaia di fedeli e che aveva visto la morte di centinaia di persone, una croce che in qualche modo assume su di sé tante narrazioni e tanti vissuti, tra l’altro riconoscibili per il tronco che si è riempito di moltissime placche votive. È un segno che parla della sofferenza di Cristo, ma che prende su di sé anche la sofferenza di numerose persone che hanno trovato consolazione in questo simulacro.

 

La descrizione del crocifisso

Il crocifisso non è appeso ad un legno piallato, ma ad un albero che sta germogliando, l’albero della vita piantato al centro del giardino dell’Eden che Gesù, secondo una tradizione teologica, sarebbe venuto a ripiantare attraverso il suo sacrificio. Il luogo della sofferenza, quindi, può diventare anche quello dove la vita riprende a germogliare per una potenza che scende dall’alto. Inoltre, i piccoli tasselli ex voto “raccontano” il rapporto tra la sofferenza umana e il mistero della sofferenza di Cristo.

Un terzo elemento, spiritualmente molto forte, è un nido di pellicani che sovrasta l’albero della croce richiamando la leggenda secondo la quale l’animale, nel vedere morire i suoi piccoli, si apriva il petto e li aspergeva con il sangue per farli risorgere. E la croce, oltre la morte, diventa anche parola che il Signore pronuncia aspergendo l’umanità con la sua stessa vita.

 

17/03/2025 (tutto il giorno)
Forania del Medio Friuli, News dalle Foranie
Udine
Friuli-Venezia Giulia
Italia