Il Duomo di Santa Maria Assunta in Cividale ospiterà venerdì 23 agosto alle 20 la celebrazione per l’insediamento di tre nuovi canonici residenziali nominati lo scorso aprile dall’allora amministratore apostolico mons. Andrea Bruno Mazzocato: mons. Loris Della Pietra, mons. Sergio Di Giusto e mons. Gianni Molinari entreranno così a far parte dell’Insigne Collegiata di Cividale, il Capitolo di canonici della “città ducale”.
La celebrazione, che avverrà nell’ambito dei festeggiamenti per San Donato, sarà presieduta dall’arcivescovo di Udine mons. Riccardo Lamba e prevede la benedizione della città con le reliquie del Santo. Quest’anno, per l’insediamento dei nuovi canonici, il decano del Capitolo darà lettura del decreto di nomina dei tre nuovi membri, che vestiranno con l’abito corale tipico dei canonici.
Il Capitolo dell’Insigne Collegiata di Cividale è uno dei due Capitoli di canonici dell’Arcidiocesi di Udine, assieme a quello Metropolitano della Cattedrale di Udine. Un breve excursus storico è presente a fondo pagina.
Oltre ai tre canonici residenziali, mons. Mazzocato nominò anche due canonici onorari – mons. Daniele Alimonda de Mannentreu e mons. Giuliano Del Degan – e indicò mons. Livio Carlino, arciprete di Cividale, quale decano del Capitolo cividalese.
Chi sono i tre canonici residenziali
Mons. Loris Della Pietra (nella foto in alto: il primo a sinistra). Classe 1976, è stato ordinato sacerdote nel 2002. È direttore dell’Ufficio liturgico diocesano e direttore dell’Istituto di Liturgia pastorale “Santa Giustina” con sede a Padova, già rettore del seminario interdiocesano “San Cromazio” (2016-2022) e già vicario parrocchiale di Cividale del Friuli (2002-2016).
Mons. Sergio Di Giusto (nella foto in alto: al centro). Classe 1952, è stato ordinato sacerdote nel 1977. È direttore dell’Ufficio amministrativo diocesano ed economo diocesano, oltre che parroco di Ziracco e Grions del Torre e direttore del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Abbazia di Rosazzo. Mons. Di Giusto era canonico cividalese ad honorem e ora è nominato canonico residenziale.
Mons. Gianni Molinari (nella foto in alto: il primo a destra). Classe 1950, è stato ordinato sacerdote nel 1976. È collaboratore pastorale nelle Collaborazioni pastorali di Cividale del Friuli e San Pietro al Natisone.
Il Capitolo dell’Insigne Collegiata di Santa Maria Assunta in Cividale del Friuli: la storia fino ai nostri giorni
Le origini di un capitolo collegiale di presbiteri a Cividale sono antichissime. Dopo la distruzione di Aquileia, negli anni 453-455 crebbe numeroso il clero a Forum Iulii, l’odierna Cividale. A quegli anni si può far risalire la nascita della Prepositura di Santo Stefano, con sede in una chiesa fuori città («in burgo s. Petri»). Ai tempi del patriarca aquileiese Callisto (737), insediatosi proprio a Cividale, la Chiesa foroiuliense era particolarmente strutturata e organizzata: proprio Callisto fece ampliare il coro della principale chiesa cittadina, dedicata a Maria Vergine, con l’intento di offrire al clero della chiesa adeguati spazi per la preghiera liturgica. Ciò significa che i Capitoli cividalesi erano in realtà due: la Prepositura di Santo Stefano (retta da un preposito) e il Capitolo di Santa Maria (retto da un decano).
In seguito alle invasioni ungare dei secoli IX e X, la chiesa di Santo Stefano fu gravemente danneggiata e i canonici della prepositura ripiegarono in città, sovrapponendosi però nella preghiera delle ore liturgiche e in altre questioni giurisdizionali al Capitolo di Santa Maria. Il patriarca aquileiese Giovanni IV, nel 1015, unì i due collegi, mantenendo distinte le cariche di decano e preposito (che restarono tali fino al 1338, quando per ulteriori discordie il patriarca Bertrando soppresse definitivamente la Prepositura e la figura del preposito).
Il primo statuto dell’unificato Capitolo cividalese risale al 1356: in quel tempo i canonici erano 45 e conducevano una vita comune. Papa Callisto III nel 1192 diede al Capitolo di Cividale la giurisdizione su ben 47 Parrocchie del Friuli orientale e delle Valli del Natisone, giungendo fino alle slovene Plezzo/Bovec e Volzana/Volče, nei pressi di Tolmino.
Il Capitolo conservò i suoi privilegi giuridici e giuriziari per diversi secoli, superando numerose traversie: il terremoto del 1448, la caduta del Patriarcato di Aquileia del 1751, le diatribe tra la Serenissima Repubblica di Venezia e l’Impero Asburgico, le leggi di incamerazione dei beni ecclesiastici da parte del Regno d’Italia a fine Ottocento. Nel 1867 il Capitolo cessò la sua personalità giuridica civile, mantenendo quella ecclesiastica. Nel 1984, con la revisione del Concordato tra la Chiesa Cattolica e lo Stato italiano, il Capitolo di Cividale ha ceduto i suoi beni all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. Un nuovo statuto fu promulgato nel 2013 dall’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato.
Oggi il Capitolo di Cividale ha il compito di mantenere vive la preghiera e la liturgia nel Duomo cividalese, la Basilica di Santa Maria Assunta, amministrandovi i Sacramenti e celebrando collegialmente la Liturgia delle Ore. I canonici sono tenuti alla presenza nelle principali celebrazioni che si svolgono in Duomo, soprattutto quando a presiederle è l’Arcivescovo di Udine.
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