Solennità di Tutti i Santi, l’Arcivescovo: «I martiri ci mostrano che la speranza in Cristo risorto dà la forza di non rinunciare alla fede»

«I martiri ci hanno mostrato quanto la speranza in Gesù risorto e nella vita eterna, da lui inaugurata, dia al cristiano la forza di non rinunciare mai alla dignità delle proprie convinzioni di fede anche quando altri gli calpestano il corpo per piegare la sua anima». Così l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata oggi, martedì 1° novembre, nella Cattedrale di Udine, in occasione della solennità di Tutti i Santi.

 

Partendo infatti dalle letture del giorno, in particolare dal testo dell’Apocalisse, l’Arcivescovo ha sottolineato come nella visione oltre la morte che ci restituisce San Giovanni, grazie una particolare rivelazione di Dio, ci sia «un mondo nuovo abitato da una comunità innumerevole di persone che portano sulla fronte il tau, segno della croce, e che cantano con gioia rivolti verso il trono di Dio e verso Gesù, l’Agnello che si è immolato per tutti gli uomini» e che proprio «i più vicini all’Agnello sono martiri perché anche in questa vita terrena essi sono stati i più vicini a Gesù, rimanendo fedeli a lui anche quando hanno dovuto passare attraverso una grande tribolazione». Da qui il pensiero di mons. Mazzocato non poteva che andare all’imminente viaggio che lo vedrà a Scutari, in Albania, dal 4 al 6 novembre «per partecipare al solenne rito di beatificazione di 38 martiri albanesi, uccisi barbaramente nelle carceri del regime comunista di Hoxha». «Perché delle deboli persone – si è evidenziato il presule – incutevano tanta preoccupazione al dittatore, ai suoi sicari e al regime comunista? Perché, come San Giovanni, essi erano sostenuti da una speranza che vedeva oltre la morte. Non avevano altro padrone che il loro Signore Gesù e lo seguirono anche se, come lui, dovettero passare attraverso lo strazio di una grande tribolazione». «I loro corpi straziati – ha proseguito l’Arcivescovo – sono diventati, ora, reliquie degne di venerazioni perché sono stati santificati dall’amore che hanno vissuto anche con il loro corpo, come Gesù in croce. E come Gesù è risorto da morte con le ferite della sua passione, anche i suoi martiri risorgeranno alla vita nuova ed eterna con i loro corpi resi preziosi dai segni delle torture mortali. Questa è la speranza che ha sostenuto, con una forza umanamente impensabile, i martiri albanesi mentre attraversavano la grande tribolazione. La fede cristiana che avevano ricevuto faceva intravvedere loro la luce oltre le oscure pareti delle camere di tortura e la violenza incontenibile dei loro aguzzini».

 

Mons. Mazzocato oggi alle 15, presiederà i Vespri solenni nella chiesa dei Santi Giovanni Battista e Vito, nel cimitero monumentale di Udine. Successivamente benedirà le tombe, assieme ai parroci della città e alla presenza delle autorità cittadine, con l’animazione musicale della Corale del Duomo. Domani, mercoledì 2 novembre, l’Arcivescovo alle 19, in Cattedrale, presiederà la Santa Messa nella commemorazione di tutti i fedeli defunti.

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