Sia Natale per chi cerca riscatto

Natale è “vera comunione, che parte dall’eucaristia e prosegue anche nella semplicità di rapporti, nella vicinanza a chi vive situazioni di disagio”. Così l’Arcivescovo di Udine mons. Andrea Bruno Mazzocato che, come è sua consuetudine ogni Santo Natale, ha voluto festeggiare la Nascita di Dio fattosi uomo insieme a chi oggi non lo può fare in famiglia. Vero Natale nel segno della carità, dunque. In mattinata l’Arcivescovo ha celebrato la Santa Messa natalizia con i reclusi e il personale sanitario del carcere di via Spalato, a Udine (medesimo gesto che compirà a Santo Stefano nella casa circondariale di Tolmezzo) e, dopo il pontificale in Cattedrale, il pranzo insieme ai ragazzi del Centro solidarietà giovani “G. Micesio”, a Ribis di Reana, comunità terapeutica guidata da don Davide Larice insieme ad operatori e volontari, impegnata nella promozione umana, spirituale, sociale ed educativa dei ragazzi in difficoltà. E’ la classica “periferia esistenziale” che sovente ci ricorda Papa Francesco, che però non si crogiola di essere frontiera, ma lavora per il riscatto. “Essere qui oggi è un modo per vivere la solidarietà natalizia – ha sottolineato l’Arcivescovo -, ma anche per conoscere più a fondo realtà come questa di don Larice, che svolgono un ruolo prezioso, e un’occasione per sostenerci l’un l’altro”.

Diciannove i ragazzi ospitati attualmente nel Centro solidarietà giovani. “Alcuni di loro oggi sono a casa con le famiglie – ha spiegato don Larice all’Arcivescovo –. Dopo un certo periodo di terapia, lo possono fare. Altri festeggeranno domani con noi insieme ai loro genitori”. Calorosa la loro accoglienza all’Arcivescovo, che ha scambiato con ciascuno una parola e si è interessato del bel presepe allestito all’esterno della struttura, realizzato a mano dagli ospiti stessi. Prima del pranzo un semplice momento di preghiera, il saluto agli addetti alla cucina e poi la mensa all’insegna della semplicità e del dialogo. “La Comunione si vive nell’Eucaristia ma anche nella mensa insieme”, ricorda mons. Mazzocato.

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