Messaggio di Avvento dell’Arcivescovo: «Non barriere, ma strade da percorrere»

Domenica 2 dicembre sarà la prima di Avvento, come di consueto l'arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, si rivolge ai fedeli con un messaggio che accompagni questo tempo di attesa. Nel farlo richiama le parole di Giovanni il Battista che spronava a raddrizzare i sentieri tortuosi e riempire i burroni per l'arrivo di Cristo. Lo stesso dobbiamo fare noi, annullando le barriere che a volte costruiamo, anche tra comunità. Qui il testo integrale.

Cari Fratelli e Sorelle,
all’inizio del tempo dell’Avvento che ci prepara al Santo Natale, la Chiesa ci invi-ta ad ascoltare una voce che grida alla nostra coscienza. È la voce di Giovanni Battista, l’uomo inviato da Dio ad annunciare la venuta di Gesù. Egli fa proprie le parole di un antico oracolo del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!» (Luca 3,4-6).

Gesù, il Figlio di Dio, nato a Betlemme da Maria, Madre Vergine, continua a venire nella nostra vita personale, nelle famiglie, nelle comunità. Egli bussa senza stancarsi alla nostra porta: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Apocalisse 3,20).

Arriva fino a noi e ci visita veramente se, però, trova la porta aperta e la strada preparata. In che modo possiamo aprire la via a Gesù? Lo grida ai nostri orecchi Giovanni Battista: «Rad-drizzate i sentieri tortuosi, riempite i burroni, livellate i monti e i colli!».

Con le cattive abitudini e i peccati scaviamo burroni invalicabili tra noi e Dio e tra noi e i nostri fratelli. Alziamo barriere alte come montagne dietro alle quali sparisce la presenza di Dio e spariscono i volti dei fratelli. Tracciamo dei labirinti dentro i quali perdiamo l’orientamento giusto della vita.
Ecco allora che possiamo vivere nella stessa casa e lavorare nello stesso ambiente ed essere separati tra di noi da voragini scavate dai cattivi sentimenti o da pareti innalzate da cuori in-duriti nei vizi.

Di tanto in tanto c’è bisogno di fermarci e aggiustare le nostre strade perché possa raggiun-gerci Gesù e, con lui, gli altri nostri fratelli.
Il grido di Giovanni Battista non è rivolto solo alla nostra coscienza personale, ma anche alle nostre comunità cristiane. Anche ai confini tra una comunità e l’altra possono aprirsi burroni e alzarsi montagne. I campanili possono diventare i simboli di contrapposizioni insanabili.
Durante l’Avvento di quest’anno continuiamo a scoprire la ricchezza del progetto diocesano che abbiamo avviato ufficialmente all’inizio di settembre. È un progetto che prevede l’avvio delle collaborazioni pastorali tra parrocchie vicine.

Ci ritroviamo in piena sintonia con la voce del Battista. Vogliamo, infatti, riempire gli eventuali burroni che ci fossero tra comunità vicine e gettare, invece, ponti per incontrarsi e collaborare assieme. Vogliamo abbattere ostacoli che interrompono le vie di comunicazione e disegnare tra parrocchia e parrocchia dei percorsi diritti e condivisi lungo i quali sia facile raggiungerci e scambiarci doni reciproci.

Per questa strada passerà Gesù che viene e, come assicura Giovanni, «vedremo la salvezza di Dio».
Auguro, allora, di cuore per il tempo di Avvento un santo cammino personale e comunitario e invoco su ciascuno che legge il mio messaggio e su tutte le nostre comunità la Benedizione di Dio per intercessione di Maria, Colei che ha preparato una strada immacolata a Gesù che veniva.

+ Andrea Bruno Mazzocato

 

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