L’Istituto “Pio Paschini” presenta il volume sulla corrispondenza tra Gian Domenico Bertoli e Giusto Fontanini

Un ricco carteggio tra il canonico aquileiese Gian Domenico Bertoli e l'arcivescovo e intellettuale friulano Giusto Fontanini: 241 lettere sui ritrovamenti archeologici del periodo antico e sulle testimonianze dell’epoca patriarcale nel territorio di Aquileia. Dato alle stampe a cura dell'Istituto Pio Paschini (ed. Forum), il volume sarà presentato venerdì 18 ottobre a Udine. Interverrà mons. Sergio Pagano, già prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano (ora Archivio apostolico).

«Avendo io acquistate quest’anno in Aquileia alcune lapide scritte… mi prendo l’ardire di riferirne tre a V.S. illustrissima e reverendissima col supposto di recarle, ciò facendo, qualche piacere, supplicandola ad aggradire questa mia supposizione in segno dell’ossequio che io le devo e che le professo». L’incipit – in stile letterario alto e raffinato – è quello della lettera che Gian Domenico Bertoli (1676-1763, ritratto a destra nella foto), canonico della basilica di Aquileia, appassionato studioso di antichità aquileiesi, il 22 aprile 1720 da Mereto di Tomba scrisse e indirizzò a Giusto Fontanini (1666-1736, a sinistra nella foto), alto prelato, storico, letterato e bibliofilo friulano, originario di San Daniele, trasferitosi a Roma nel 1697 e divenuto figura di spicco nella cultura erudita della prima metà del ‘700. Motivo della lettera di Bertoli era chiedere lumi su tre iscrizioni di cui era venuto in possesso. Il canonico – seguendo l’esempio di illustri eruditi dell’epoca, come Ludovico Antonio Muratori, Scipione Maffei e lo stesso Fontanini – aveva iniziato, infatti, a raccogliere e schedare i reperti archeologici che affioravano nel territorio aquileiese, costituendo quello che, nella seconda metà dell’Ottocento, sarebbe diventato il primo nucleo del Museo archeologico di Aquileia.

Quella del 22 aprile 1720 fu solo la prima di una serie di ben 241 lettere che i due studiosi si scambiarono dal 1718 al 1736, anno della morte del Fontanini. Un carteggio di grande importanza culturale che ci testimonia, in presa diretta, l’epoca che vide la riscoperta e la rinascita dell’interesse per l’Aquileia romana e patriarcale. Conservato nel Museo archeologico di Aquileia – e per alcune parti nell’Archivio diocesano di Udine – ora il Carteggio Bertoli-Fontanini è stato per la prima volta dato alle stampe. Il merito, ancora una volta, è dell’Istituto Pio Paschini per la storia della Chiesa in Friuli, che ne ha affidato la cura agli storici Roberto Feruglio e Alberto Vidon e lo ha pubblicato nella collana “Fonti per la storia della Chiesa in Friuli. Serie Moderna e contemporanea” edita da Forum editrice universitaria.

 

La presentazione del volume

Il volume – che assieme ad un’introduzione dei curatori contiene tutte le lettere che costituiscono il carteggio, complete anche dei disegni dei reperti con cui Bertoli corredava le sue missive – sarà presentato venerdì 18 ottobre, nella Sala Paolino d’Aquileia, in via Treppo 5/B a Udine, alle ore 17.30. Dopo il saluto dell’arcivescovo, mons. Riccardo Lamba, e un breve intervento di Cesare Scalon, presidente dell’Istituto Paschini, interverrà a presentare il volume mons. Sergio Pagano, dal 1997 al 2024 prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano (dal 2019 denominato Archivio Apostolico). La figura più indicata, quindi, per illustrare il valore storico di questo volume.

 

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