In questi giorni di fronte all’emergenza dei migranti in Bosnia – acuitasi dopo l’incendio del campo profughi di Lipa ed aggravata dalle rigide temperature che si registrano d’inverno dei Balcani – sono numerosi coloro che chiedono come poter contribuire a lenire la sofferenza dei migranti. Le associazioni – Ipsia Acli, Caritas e Croce Rossa – che sono sul campo a Lipa, chiedono di non inviare direttamente aiuti materiali, ma di sostenere con donazioni i progetti umanitari delle tre organizzazioni, anche per favorire l’economia locale e poter aiutare a rispondere ai bisogni delle persone man mano che si evidenziano. La Caritas diocesana di Udine – in continuo e stretto collegamento con la Caritas che opera in loco (nella foto durante la consegna di aiuti) – ha a questo scopo avviato una raccolta fondi che andrà a confluire in queste progettualità, ecco gli estremi: Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine Onlus, codice IBAN IT 45 U 02008 12310 000001515712, causale «Emergenza Bosnia».
Si stima che al momento siano circa 8400 i migranti bloccati in Bosnia, prevalentemente nelle località di Bihać e di Velika Kladuša, circa un migliaio di queste persone si trovano nella tendopoli di Lipa, su un altipiano a una ventina di chilometri di Bihać, in condizioni disumane, senza acqua, energia elettrica con temperature che toccano anche i -15 gradi. Tantissimi poi coloro che non hanno nemmeno tale riparo, ma siano
accampati nei boschi o negli squat, edifici abbandonati. Numerosi – si stima oltre 500 – i minori stranieri non accompagnati.
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