Vita, dono da difendere prima e dopo la nascita

È tra i pochi medici in Italia ad eseguire interventi chirurgici direttamente in feto. Gloria Pelizzo, originaria di Faedis, attualmente professore straordinario di Chirurgia pediatrica all’Università di Pavia, un ricchissimo curriculum alle spalle (dopo la laurea in Medicina a Ferrara ha lavorato tra Marsiglia e Lione per dieci anni, quindi al Burlo di Trieste, poi il trasferimento al Policlinico San Matteo di Pavia, centro di riferimento per la chirurgia pediatrica), è intervenuta nel pomeriggio di sabato 31 gennaio a Udine, alla Basilica delle Grazie, in occasione della Festa diocesana della vita che l’Arcidiocesi propone, in comunione con la Chiesa italiana, alla vigilia della Giornata nazionale della vita, giunta quest’anno alla sua 37ª edizione e incentrata sul tema «Solidali per la vita».

Pelizzo ha raccontato la sua esperienza sottolineando che «negli ultimi anni abbiamo imparato che le malformazioni in gravidanza hanno una “storia naturale” e come tutte le malattie possono essere curate anche se non guarite. Una migliore conoscenza scientifica ci ha permesso di intervenire anche precocemente in utero, di migliorare le condizioni di vita del nascituro, limitando i danni che la malformazione può indurre su altri organi».

Nel suo intervento ha sottolineato quanto «il bambino sia un paziente “speciale” nelle sue diverse espressioni di vita: dalla prenatale fino all’età adolescenziale. Seguire un paziente in un percorso evolutivo così straordinario e insieme sconvolgente – ha detto – insegna ad adottare un atteggiamento di cura “ricostruttiva”, sempre rispettosa del suo divenire. Il mio maestro definiva la sala operatoria come un “tempio”. Esigeva il silenzio permanente all’interno, chiedeva concentrazione, perché, diceva, “il bambino è la sacralità di questo tempio!”. Quest’immagine di paziente così alta e potente fa di questa professione un servizio umile alla vita».

Altra testimonianza della «Giornata» è stata quella di una mamma: Rosa Mochini, oggi 48enne, è stata operata al 4° mese di gravidanza, in seguito alla diagnosi di spina bifida per la sua bambina. Quando tutti i medici le consigliavano l’aborto, lei ha scelto la vita e oggi Elisabetta ha 6 anni e, seppur con qualche difficoltà motoria (è aiutata da due tutori alle gambe), è una bambina normalissima che salta e corre e, come ha detto la sua mamma, «dona gioia a chiunque la incontri».

Alla Festa ha partecipato anche Umberto Folena, caporedattore del quotidiano «Avvenire». Alle 19, culmine della «Giornata per la vita», con la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato e la benedizione speciale alle mamme in attesa e ai bambini.

Quindi, a partire dalle 20.30 e per tutta la notte – fino alle 7 del mattino di domenica 1° febbraio – la Basilica delle Grazie ha ospitato l’adorazione notturna, animata da gruppi familiari, di spiritualità e di preghiera, per «l’adozione spirituale di un bambino non nato».

In Italia, nel 2013, le interruzioni volontarie di gravidanza sono state102.644. Un dato – che seppur in calo  rispetto al 2012 del 4,2%, quando i casi erano stati 107.192 – rimane impressionante ed è come se una città grande come Udine non avesse visto la luce.

 
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