Quaresima di Fraternità: riaccendiamo la speranza per la Grecia

“EΛΠIΣ, SPERANZA, SPERANCE. La Chiesa richiama l’Europa alla solidarietà: riaccendiamo la speranza per la Grecia”. Questo lo slogan della campagna  quaresimale proposta dal Centro Missionario diocesano. Una Quaresima di fraternità che quest’anno non guarda lontano dal Friuli (all’Asia, all’Africa o all’America Latina). Certamente i drammi e le povertà che toccano tanti paesi e popoli del Sud del mondo continuano ad interrogarci e a richiamare la nostra solidarietà verso l’intera famiglia umana, ma abbiamo deciso di fermare il nostro sguardo a situazioni di bisogno geograficamente più vicine ma forse, proprio per questo, ancora più inquietanti: stiamo parlando della situazione della Grecia.

 

Il Centro Missionario, in collaborazione con la Caritas e la Pastorale della Famiglia ha deciso di aderire all’appello lanciato da una famiglia greca durante il meeting delle famiglie, svoltosi a Milano nel Giugno 2012, che Il Papa emerito Benedetto XVI ha fatto suo invitando le famiglie italiane ed europee ad attivarsi, attraverso gemellaggi, per aiutare le famiglie greche a non sprofondare nella crisi.

 

A novembre la nostra diocesi ha fatto una visita in Grecia aderendo  ad una proposta formulata dalla Caritas Italiana e dalla Pastorale della Famiglia per attivare dei gemellaggi tra famiglie e Caritas Diocesane Italiane con famiglie e realtà parrocchiali e diocesane greche per affrontare le nuove povertà che vanno rapidamente crescendo in quel paese.

 

Oltre gli aiuti materiali, questa relazione può innescare un aiuto reciproco e soprattutto una riflessione comune sull’economia e sull’Europa che vogliamo. Certo, tenere i conti in ordine, non vivere al disopra delle possibilità, è un impegno che tocca tutti gli stati membri dell’UE. Ma come si affrontano le situazioni di crisi è un’altra questione.

 

Avere un approccio di semplice rigore senza troppi spazi per una solidarietà intraeuropea è come il classico intervento chirurgico perfettamente riuscito in cui il malato è morto.

 

Qual è l’Europa che vogliamo? È quella dei banchieri o quella dei popoli? Se la risposta è la seconda allora c’è bisogno di una Europa solidale, che sia attenda al bene comune, a non lasciare nessuno indietro, a cercare più integrazione, più  politica comune, più scambio, non solo nelle merci ma anche nella cultura e nella vita sociale.

 

Gli effetti della crisi ad Atene si vedono molto bene, appena uno mette piede in città. Ogni quattro negozi affiancati tre sono chiusi. Le tasse stanno aumentando vertiginosamente e i licenziamenti, soprattutto nel settore pubblico, hanno raggiunto cifre da capogiro.

 

In Caritas Grecia ci hanno detto che Il governo si è impegnato a licenziare entro la fine del 2014 15.000 impiegati di cui 4.000 già licenziati nel 2013. Molte persone non sono più in grado di far fronte hai propri impegni con le banche per i mutui concessi e molti non riescono a pagare neppure le tasse. Sono sempre più numerosi quelli che si avvicinano alla Caritas o ad associazioni umanitarie per cibo, vestiario o emergenze mediche.

 

La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 60%  e, come tutti sanno, sono sorti preoccupanti movimenti di estrema destra. Il salario minimo netto è sceso a 476,35 euro, non ci si paga nemmeno l’affitto ed infatti, si vedono tra i palazzi molti appartamenti chiusi.

 

La delinquenza aumenta ed in alcuni quartieri alle 17.00 si chiudono le serrande e si scappa o ci si chiude in casa. Tutto questo è alla base di un disagio sociale palpabile, che si respira nell’aria, che ti fa incrociare persone tristi, visi senza speranza.

 

Le misure di riduzione del debito sono alla base di questa situazione. Se il rigore non viene accompagnato da politiche di crescita e di sviluppo si corre il rischio di prendere una china dalla quale non si risale facilmente.

 

Stiamo valutando assieme alla Caritas Italiana ed ad altre diocesi che si sono impegnate, in quale maniera potremo esprimere al meglio la nostra solidarietà, ma abbiamo già definito alcuni progetti che ci siamo impegnati ad accompagnare coinvolgendo anche altre realtà presenti sul nostro territorio:

  1. ELPIS II: prima assistenza a famiglie estremamente vulnerabili: cibi e generi di prima necessità, contributi straordinari al reddito (pagamenti utenze, mensilità di affitto, spese sanitarie…).
  2. Borse Lavoro-Internship: contributi economici a figure professionali qualificate (neo laureati, professionisti disoccupati…) per coprire temporaneamente degli incarichi specifici all’interno dell’organizzazione partner (Caritas Hellas, Caritas diocesane, altre realtà partners…).
  3. Vacanze solidali: promozione del turismo, singolo o in gruppi organizzati (parrocchiali, diocesani…) fuori dal circuito turistico classico, sia per il tempo, sia per i luoghi.
  4. Sostegno ad “opere segno” esistenti: centro ascolto di Atene…
  5. Creazione di nuove “opere segno”: condominio solidale-social housing, appartamenti per famiglie in difficoltà economica…
  6. Creazione di attività generatrici di reddito e occupazione: orti sociali, attività legate al turismo solidale (ricettività, ristorazione, organizzazione di tour, guide turistiche…).
  7. Possibilità di volontariato: di medio-lungo periodo (3-6-12 mesi) per figure specialistiche, esperti in temi utili in loco, a sostegno delle caritas diocesane locali; di breve periodo (1-2-3 settimane) inseriti in servizi ecclesiali di animazione o supporto ai bisogni.

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