Gennaio, mese della pace. Con l’Azione Cattolica la preghiera domenica 26 gennaio

A conclusione del mese di gennaio, "mese della pace", domenica 26 gennaio l'Azione Cattolica diocesana propone un appuntamento di preghiera dal tema «Pellegrini di Pace e di Speranza». A presiedere la celebrazione sarà l'arcivescovo mons. Riccardo Lamba. In aggiunta l'AC propone momenti di preghiera in famiglia ogni lunedì sera alle 21.

Gennaio è da sempre per l’Azione Cattolica il mese dedicato alla riflessione sulla Pace per maturare pensieri, sentimenti e azioni di pace con quanti incontriamo nella quotidianità affinché, attraverso la conversione personale e la testimonianza, la pace si diffonda come un’onda benefica che purifica situazioni di conflitto nelle famiglie, nelle comunità, nei luoghi di vita e di lavoro. La pace, infatti, non è solo quella che si rende necessaria per porre fine ai conflitti internazionali, ma è quella donata dal Signore che, accolta e alimentata nel cuore di ogni donna e di ogni uomo, rende possibili convivenze serene, aperte all’ascolto dell’altro, al confronto, alla condivisione, alla solidarietà, alla cura del creato.

È sulla base di queste e di altre sottolineature che domenica 26 gennaio l’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Udine promuove la preghiera per la Pace dal tema «Pellegrini di Pace e di Speranza», presieduta dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, al Tempio Ossario di Udine (nella foto). Il ritrovo è previsto per le ore 15:30 sul sagrato del Tempio. In aggiunta l’AC propone momenti di preghiera in famiglia ogni lunedì sera alle 21.

 

Sul solco dell’insegnamento di Francesco

Con il messaggio per la 58a Giornata mondiale della Pace, «Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace», e l’apertura dell’Anno giubilare della Speranza, papa Francesco ci richiama le ingiustizie interconnesse, che affliggono il nostro pianeta, dalle «disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare», non dovute soltanto all’iniquità di alcuni, ma consolidate e poggianti su una complicità estesa. Da qui il suo invito da sempre fermo, accorato e instancabile a “metterci in ascolto di questo grido dell’umanità per sentirci chiamati, tutti, insieme e personalmente, a rompere le catene dell’ingiustizia per proclamare la giustizia di Dio”.

La strada indicata dal papa è quella del cambiamento culturale e strutturale a partire dalla consapevolezza che i beni della terra sono per tutti, a riconoscere con gratitudine i doni di Dio, primo tra tutti quello della vita con il perdono della salvezza, operata da Gesù Cristo, a riaffermare il legame con il Padre. “Il cambiamento culturale e strutturale per superare questa crisi avverrà quando ci riconosceremo finalmente tutti figli del Padre e, davanti a Lui, ci confesseremo tutti debitori, ma anche tutti necessari l’uno all’altro, secondo una logica di responsabilità condivisa e diversificata” sottolinea ancora nel messaggio papa Francesco.

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