Durante la Santa Messa mons. Mazzocato ha sottolineato che «lo spirito del male continua ad agire contro la vita, specialmente quando la vita dell’uomo è in condizione di maggiore debolezza» Ha citato, al proposito, il messaggio del Consiglio Permanente della Cei proprio per celebrare la Giornata dedicata alla vita e al suo rispetto, che con le parole di San Paolo evidenzia che la vita dell’uomo «è seminata nella debolezza».
«Un momento di particolare debolezza – ha detto l’Arcivescovo – è proprio quando la vita viene “seminata” grazie alla fecondazione e alla gestazione nel grembo della madre. In quel momento la nuova creatura è completamente inerme e dobbiamo, purtroppo, constatare che lo spirito del male sta agendo contro di essa con un crescente accanimento e, prevalentemente, in due modi: istigando a comportarsi da padroni nei confronti dell’embrione e del feto in forme sempre più sbrigative e diffondendo quella globalizzazione dell’indifferenza continuamente denunciata da Papa Francesco».
Una situazione nella quale «i cristiani devono essere in prima linea» perché chiamati a continuare la missione di Gesù «a favore della vita e di una vita buona di ogni persona, dal suo sorgere al suo tramontare in questa terra per passare nella vita eterna».
Un compito nel quale, ha evidenziato mons. Mazzocato, «ci spinge e ci illumina la compassione e la tenerezza di Gesù che abbiamo ricevuto per grazia. Chi vive questi sentimenti ha gli occhi del cuore capaci di vedere come va accolta e rispettata ogni vita umana fin dal momento in cui scocca quella scintilla misteriosa che la fa apparire tra di noi nel grembo di una madre».
«Vogliamo annunciare la parola autorevole di Gesù a difesa della vita e della dignità di ogni persona – ha aggiunto – anche quando la legislazione europea e nazionale non la tutela sufficientemente. Sappiamo che le leggi non esprimono sempre il bene migliore ma il livello di coscienza etica collettiva a cui è giunta una società; e questo livello può anche regredire. Tocca ai cristiani tenere vivo tra gli uomini il vangelo che ci ricorda che ogni bambino è figlio di Dio Padre, e in quanto tale va rispettato».
L’Arcivescovo, in chiusura di omelia, ha rivolto un ringraziamento e un incoraggiamento «a quanti nella Chiesa si stanno impegnando ad accogliere la vita umana sostenuti dalla tenerezza e dalla compassione di Gesù. Penso – queste le sue parole –, in particolare ai nostri Centri di Aiuto alla Vita che ogni anno accolgono e accompagnano tante mamme che hanno bisogno solo di sorelle e fratelli che stiano loro vicino e condividano le loro difficoltà; grazie a questa fraterna carità trovano spesso la forza di non rifiutare la creatura che portano in grembo».
Un pensiero è stato rivolto anche «ai tanti medici e operatori sanitari che si trovano ogni giorno accanto a donne che devono decidere se e come avere o tenere un figlio. Lo Spirito del Signore illumini la loro coscienza in mezzo a pressioni che tendono a coartare la loro libertà».
L’Arcivescovo ha voluto ricordare anche tutte quelle coppie e famiglie «che si rendono disponibili ad accogliere in affido e adozione bambini, segnati a volte da disabilità. Il Cuore di Gesù – è stata la sua preghiera – continui ad allargare il loro cuore».
Mons. Mazzocato, a fine celebrazione, ha dato avvio all’«Adozione spirituale di un bambino non nato», un’adorazione notturna animata da gruppi familiari, di spiritualità e di preghiera. Per ognuno dei 700 bambini non nati per aborto nel 2014 in Friuli è stato dunque dedicato un momento della notte di adorazione proseguita fino alle 7 di domenica 1° febbraio.
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