«Ci intrappola il male che porta all’egoismo, che fa ferire gli altri, che non ci fa vedere la strada giusta – ha proseguito –. Ma se ci affidiamo a Gesù possiamo trovare la strada giusta, perché Lui, con la Risurrezione, è passato laddove nessun uomo può passare e per mezzo della sua morte ha aperto a tutti noi la strada della speranza».
E questo percorso di Risurrezione, è stato l’invito dell’Arcivescovo, «deve partire dal cuore di ciascuno di noi che si affida a Gesù».
E sulla speranza si è soffermata, in occasione del saluto di benvenuto a mons. Mazzocato, anche la direttrice del carcere, Silvia Della Branca. «Spero che questo luogo di espiazione – ha detto – sia anche un luogo di speranza e che le riflessioni a cui oggi ci invita sua Eccellenza aiutino tutti noi a migliorare».
Il cappellano della struttura penitenziaria, don Gianpietro Fossà, ha esortato tutti «a vivere con gioia, accogliendo l’invito contenuto nella Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco, annunciando il Vangelo. Anche in carcere si può essere felici – ha sottolineato –, perchè laddove si accoglie il Signore non può esserci isolamento, tristezza e sofferenza».
Momento toccante della Santa Messa – che mons. Mazzocato ha concelebrato insieme a mons. Angelo Zanello, Vicario foraneo di Tolmezzo, al cappellano militare Gianpietro Fossà ai due diaconi Diego Mansutti e Corrado Colutta – è stato quello della lettura, da parte di una persona che sta scontando nel carcere tolmezzino la sua pena, della preghiera del detenuto. Dopo aver rivolto un pensiero ai familiari, costretti a vivere lontano dai propri cari le feste pasquali, è stata espressa l’invocazione al Signore affinché «aiuti chi ha sbagliato a ricostruire la vita nell’amore, accogliendone ogni preoccupazione e problema».
I detenuti hanno voluto anche pregare affinché cessino le guerre in ogni parte del mondo e soprattutto per «coloro a cui abbiamo fatto del male con le nostre azioni, perché possano perdonarci».
Mons. Mazzocato, prima di celebrare la Messa per una parte degli ospiti del carcere – una cinquantina di persone facenti parte del settore «alta sicurezza» e «lavoranti» –, accompagnato dalla direttrice del penitenziario di Tolmezzo, Silvia Della Branca, ha voluto visitare (portando la comunione) anche la sezione speciale 41Bis all’interno della stessa Casa circondariale.
Nel carcere tolmezzino al momento sono detenute 186 persone. Al suo interno ormai da anni opera l’Associazione di volontariato penitenziario «Vita Nuova» di Tolmezzo, diretta da Bruno Temil. «Va detto che con il territorio carnico, in questi anni, si è instaurata una collaborazione davvero proficua – ha evidenziato Anna Marotta, vice direttrice della Casa circondariale –; alcune famiglie della zona spesso accolgono detenuti in stato di semilibertà con i quali hanno instaurato un bel rapporto di amicizia».
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