Può un presepe essere un veicolo di Speranza, con la maiuscola? L’Arcidiocesi di Udine non offre una risposta, ma invita a visitare e lasciarsi interrogare dalla natività che sarà inaugurata lunedì 1° dicembre alle 17.45 nel portico d’onore del palazzo patriarcale di Udine, alla presenza dell’arcivescovo mons. Riccardo Lamba e di numerose autorità. L’occasione sarà propizia anche per inaugurare il cammino di «Natale in città», progetto che per la prima volta vede la Chiesa udinese offrire al capoluogo friulano una serie di iniziative ed eventi per animare i periodi di Avvento e Natale. Al termine della presentazione, che prevede anche la musica delle zampogne natalizie, è previsto un momento conviviale.
Il Presepe di Speranza è frutto di una partnership tra il Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo e il Centro di Formazione Professionale della Fondazione Casa dell’Immacolata di don Emilio de Roja ETS. Il laboratorio di falegnameria della Fondazione ha ideato e creato una caratteristica capanna in legno che ospita le prestigiose statue dello storico presepe di Ara, gentilmente concesse dalla Parrocchia. Il progetto assume il valore di strumento d’espressione e sviluppo delle competenze dei ragazzi coinvolti, al fine di creare una connessione tra la Natività e il suo simbolismo intrinseco.
Il presepe è visitabile negli orari di apertura dell’attiguo Museo diocesano e Gallerie del Tiepolo, ossia da lunedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Il martedì è chiuso. Museo e presepe sono chiusi il 25 dicembre e il 1° gennaio.
Un progetto di inclusione sociale
La rappresentazione di questo Presepe – ispirato al tema del Giubileo 2025, la Speranza – racchiude in sé più finalità: l’inclusione sociale, che per gli ospiti della Fondazione Casa dell’Immacolata si fonde con la formazione, la fratellanza, la riflessione e il pellegrinaggio, inteso come cammino di crescita personale e di trasformazione interiore, concetti primari per il fondatore della Fondazione, don Emilio de Roja.
L’allestimento del Presepe di Speranza è inserito all’interno della programmazione del progetto “Abitudine al Confronto” e sposa le iniziative della rassegna «Natale in città: fede, tradizione, cultura e solidarietà», il programma natalizio promosso dall’Arcidiocesi di Udine.
Le statue del monumentale presepe di Ara, ora dismesso, richiamano l’amatissima natività allestita nelle colline tricesimane nella seconda metà del XX secolo: un ricordo del passato in una rappresentazione sempre viva e presente.
I messaggi del Presepe di Speranza
Un presepe “nascosto”
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei [, Maria,] i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Lc 2,7)
La visita al presepe permette di immergersi in una molteplicità di messaggi. Innanzitutto, il presepe è nascosto agli occhi di chi visita la città o transita nelle sue strade trafficate: per visitarlo bisogna entrare in una corte. Fin dalla sua nascita a Betlemme, Cristo si incontra nel silenzio del cuore, lontano dalla frenesia e dalle distrazioni della città.
La struttura visibile e la lanterna
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta. (Gv 1,4-5)
Una volta entrati nel portico, colpisce innanzitutto la struttura realizzata dagli studenti della Casa dell’Immacolata, ben visibile allo sguardo: si vuole permettere ai visitatori di apprezzarne i dettagli realizzativi e l’impegno profuso dagli studenti, i quali – non va dimenticato – serbano storie personali talvolta difficili. La capanna è spaziosa e illuminata fiocamente: quella della fede in Gesù è una lanterna delicata ma decisa, che ha bisogno di essere mantenuta accesa per poter illuminare la vita.
Dentro la scena
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Lc 2,8-12
Il presepe, infine, si può ammirare a distanza… oppure si può compiere qualche passo tra le statue, immedesimandosi in un personaggio della scena della natività. A Gesù ci si avvicina per scelta e la sua umile bellezza affascina chi si avvicina a lui. Per rendere più efficace questo aspetto, l’Angelo che porta l’annuncio della nascita di Cristo guarda verso un punto apparentemente vuoto della scena: è il luogo dove si può sostare in contemplazione e preghiera, ascoltando l’annuncio dell’Angelo che, con lo sguardo, pare rivolgersi proprio al visitatore.
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