Il Calendario liturgico si propone di fornire le indicazioni per conoscere e vivere l’anno liturgico proprio come indicato dal Concilio (cfr. SC 102-111). La celebrazione dell’Anno liturgico è uno degli strumenti che la Chiesa, con la sua sapiente pedagogia, offre per aiutarci ad interpretare i tempi alla luce del Vangelo, per trasformare la buona notizia in preghiera e per uscire e andare a portare a tutti i fratelli la speranza del Signore risorto.
Un tempo di riscoperta del mistero di Dio
Andrea Romanelli, revisore del Calendario liturgico per l’Arcidiocesi di Udine
«Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18)
L’inizio del nuovo anno liturgico, che abbiamo ancora una volta la grazia di poter vivere, è una rinnovata occasione che ci viene offerta per fare esperienza di quell’incontro con il mistero di Dio che si è reso visibile attraverso il suo Figlio morto e risorto; tale esperienza ha il suo culmine nella celebrazione eucaristica domenicale. Come ha scritto il papa san Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica Dies Domini (1998), «la domenica è la Pasqua della settimana, in cui si celebra la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, il compimento in lui della prima creazione, e l’inizio della “nuova creazione”». Non a caso la liturgia del giorno di Pasqua celebra questa vittoria e al salmo responsoriale siamo invitati a rispondere: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso”.
La Chiesa, dunque, si poggia sulla fede degli uomini in Gesù Cristo che è rivelazione del Padre per la libertà dei suoi figli. Questa rivelazione, continua la Lettera apostolica, «non solo si distingue in modo assolutamente singolare nella storia degli uomini, ma si colloca al centro del mistero del tempo. A Cristo, infatti, come ricorda, nella suggestiva liturgia della notte di Pasqua, il rito di preparazione del cero pasquale, «appartengono il tempo e i secoli». Per questo, commemorando non solo una volta all’anno, ma ogni domenica, il giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa intende additare ad ogni generazione ciò che costituisce l’asse portante della storia, al quale si riconducono il mistero delle origini e quello del destino finale del mondo». Tutti noi credenti, quindi, siamo invitati a riflettere e riscoprire con nuovo vigore il senso della domenica e con esso il mistero di Dio che si è rivelato a noi. Anche l’arcivescovo Riccardo nel messaggio di presentazione del nuovo Calendario Liturgico 2025-2026 ci invita a tale riscoperta. Scrive infatti: «Ogni volta che celebriamo infatti noi possiamo sperimentare il desiderio che Dio ha di unirci a sé nell’Amore, di far crescere nella Chiesa la comunione perché sia sempre più capace di portare il lieto annunzio della salvezza di Cristo, ed infine di essere “In Illo uno unum”, come ricorda il motto scelto dal Santo Padre Leone XIV per il proprio pontificato».
La liturgia attraverso i suoi segni, gli atteggiamenti e i simboli distribuisce nel corso dell’anno tutto il mistero di Cristo, dall’Incarnazione fino all’attesa della beata speranza e del ritorno di Cristo. Attraverso questa “distribuzione temporale” a ciascuno di noi è data la possibilità di riconoscere le azioni salvifiche e del Signore, di viverle come presenti tanto da venirne a contatto per essere ripieni della grazia della salvezza.
Per la nostra terra friulana nel 2026 ricorreranno i cinquant’anni dal terribile evento del terremoto del 1976. Quell’evento per la nostra terra non solo è stata occasione di fragilità ma anche di rilancio che ha portato alla ricostruzione e alla rinascita non solo materiale ma anche spirituale attraverso un “apprendimento” della qualità del celebrare seguendo i principi del Concilio Vaticano II. Quella sofferenza è stata occasione per la chiesa friulana, discendente dalla tradizione aquileiese, per riscoprire il gusto di celebrare mediante l’uso sempre più appassionato delle lingue locali nella liturgia e anche con alcuni tentativi di nuova edilizia liturgica nella fase della ricostruzione.
Il Calendario liturgico è uno strumento che aiuta la Chiesa nella sua azione pastorale affinché il centro della vita delle nostre comunità siano l’ascolto della Parola di Dio e la celebrazione dell’Eucarestia. Sono proprio questi cardini che ci permetteranno di incontrare il Signore Risorto in modo che l’assidua partecipazione ai misteri trasformi la nostra vita rendendola testimonianza operosa della carità di Cristo.
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