Credo di Nicea: ad Aquileia una preghiera ecumenica con le Chiese di Nord-est, Slovenia e Carinzia

Diciassette secoli dopo il Concilio di Nicea, il primo con valenza ecumenica, martedì 11 novembre le Diocesi del Nord-est assieme alle sorelle di Slovenia e Carinzia convergono ad Aquileia per una preghiera ecumenica assieme alle confessioni ortodosse e riformate del territorio.

Nell’imminenza del primo viaggio apostolico di Papa Leone in Turchia e in Libano, dal 27 novembre al 2 dicembre – che prevede anche un pellegrinaggio a Iznik, l’antica Nicea -, in Friuli nuove iniziative celebrano con solennità i 1700 anni del primo Concilio ecumenico cristiano, celebrato nel 325 proprio a Nicea.

Un appuntamento di preghiera significativo si vivrà martedì 11 novembre, a partire dalle 17, nella basilica di Aquileia dove si sono date appuntamento, con i loro vescovi, tutte le Chiese del Nordest (e anche vescovi di Slovenia e Carinzia) assieme ai rappresentanti delle varie confessioni cristiane presenti sul territorio: il vescovo Siluan della Chiesa ortodossa di Romania, il vescovo Polykarpos del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, Davide Ollearo in rappresentanza della federazione delle Chiese evangeliche, mons. Khajag Barsamian della Chiesa apostolica armena e padre Dusan Djukanovic per la Chiesa ortodossa serba.

L’incontro avrà inizio nel Battistero antistante la Basilica con il rinnovo delle promesse battesimali. Da qui, in processione con tutti i vescovi e i concelebranti, accompagnati dal Coro di Mortegliano, ci si recherà in basilica per la celebrazione vera e propria che alternerà l’ascolto di brani del Vangelo o della tradizione apostolica con alcune riflessioni; si concluderà recitando tutti insieme proprio il Credo di Nicea.

🔽 Locandina della preghiera ecumenica ad Aquileia

 

Il Concilio di Nicea

Tenutosi nel 325, appena 12 anni dopo l’editto di Costantino, fu il primo concilio ecumenico cristiano e fu convocato e presieduto dallo stesso imperatore Costantino. Intento principale dell’assise, svoltasi appunto nella città di Nicea, in Asia minore, era ristabilire la pace religiosa e raggiungere l’unità dogmatica, minata da varie dispute, in particolare sull’arianesimo. Non va nascosto un intento politico, dal momento in cui i forti contrasti tra i cristiani indebolivano anche la società e, con essa, lo Stato imperiale romano.

Il concilio ebbe inizio il 20 maggio del 325 e vi presero parte circa 300 vescovi (su circa 1800), provenienti per lo più dalla parte orientale dell’Impero.

A livello teologico, scopo del concilio era rimuovere le divergenze sorte inizialmente nella Chiesa di Alessandria d’Egitto e poi diffuse largamente, in merito alla natura di Cristo in relazione al Padre; in particolare, se egli fosse “nato” dal Padre e così della stessa natura eterna del Padre o se invece, come insegnava Ario, egli fosse stato “creato” e avesse così avuto un inizio nel tempo. Con un’amplissima maggioranza si arrivò a una dichiarazione di fede, che ricevette il nome di Simbolo niceno o credo niceno. Il simbolo, che rappresenta ancora oggi un punto centrale delle celebrazioni cristiane, stabilì esplicitamente la dottrina dell’homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio: nega che il Figlio sia creato (genitum, non factum), e che la sua esistenza sia posteriore al Padre (ante omnia saecula). In questo modo, l’arianesimo fu negato in tutti i suoi aspetti.

Inoltre, venne ribadita l’incarnazione (con nascita verginale), morte e resurrezione di Cristo, in contrasto alle dottrine gnostiche che arrivavano a negare la crocifissione.

Un’ulteriore decisione del concilio fu stabilire una data per la Pasqua, la festa principale della cristianità. Il concilio stabilì che la Pasqua si festeggiasse la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, in modo quindi indipendente dalla Pesach ebraica: ancora oggi le tre grandi confessioni cristiane – cattolica, riformata e ortodossa – seguono i dettami del Concilio di Nicea, differenziando tuttavia il calendario su cui calcolare il giorno esatto della celebrazione pasquale.

 

 

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