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Attraverseranno, infatti, ambienti suggestivi dove il creato parla da solo, senza bisogno di commenti. E dove la necessità della custodia attiva della «casa comune», così come raccomanda Bergoglio, è sotto gli occhi di tutti.
Partenza sabato alle 4 del mattino, quando non ancora albeggia, dalla chiesa di San Lorenzo, davanti il crocifisso. E su su, fino a Fleons di Sopra e al Giogo Veranis, poi giù verso il rifugio austriaco Hochweissteinhaus. Quindi la malga «te Ezio», da dove i pellegrini inizieranno la recita del Rosario, per arrivare alla chiesetta di Veranos-Frohn per una sosta ristoro. A mezzogiorno saranno sul ponte sul Gail da dove inizierà la processione fino al santuario. Dopo il meritato riposo, alle 16 le confessioni e la celebrazione eucaristica. Celebrazione che si ripeterà domenica alle 7.45, con ripartenza verso le 9. Alle 17.30, quando il pellegrinaggio si avvierà a conclusione, i fedeli, in processione, consumeranno gli ultimi chilometri, dalla chiesa di Pierabech a quella di San Lorenzo.
A Maria Luggau si venera la madonna Addolorata, meta da centinaia d’anni di pellegrinaggi dal Friuli, da Sappada, dal Comelico, dalla Pusteria. «È una devozione molto profonda, perché avvertito è il bisogno di conversione – ci dicono i frati serviti del santuario -. Numerose, infatti, le confessioni».
Quest’anno i pellegrinaggi hanno un motivo religioso in più: la preghiera per il Giubileo della misericordia, indetto da papa Francesco. È ovvio, però, che il pellegrinaggio, inoltrandosi verso panorami che invitano alla lode del Creatore non potrà che indurre alla riflessione sul dovere che tutti abbiamo, a cominciare da noi cristiani, di riservare un atteggiamento di rigoroso rispetto verso l’ambiente. Domenica scorsa, le stesse montagne sono state percorse, a piedi, dai pellegrini del Comelico, ed è accaduto proprio così. In settembre ci sarà il grande pellegrinaggio da Sappada (e da Socchieve, Sauris, Ampezzo) e avverrà allo stesso modo.
27/06/2015 11:54
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