A Villamezzo di Paularo rappresentazione del presepe vivente, con protagonisti giovani e bambini

domenica 5 Gennaio

Una tradizione pagana che si fonde con quella cristiana e che domenica 5 gennaio «accende» tutta l’Alta Val d’Incarojo. Si rinnova anche quest’anno, nella conca di Paularo, il rito del falò della «Femenàta», usanza che si rifà agli antichi popoli celti-carni e che «legge» nella direzione delle faville l’andamento dell’annata che sta per cominciare. Ogni borgata crea la propria struttura, con un supporto a forma di rombo, che viene ricoperta di legna, rami, fieno, foglie secche. Al calar del buio spetta poi ad un incaricato – che tradizionalmente viene scelto tra i giovani dell’ultima coscrizione – accendere il grande falò epifanico che «racconterà» il nuovo anno.
 
Accanto a questa manifestazione, ormai da 41 anni, a Villamezzo di Paularo – una delle 12 frazioni di Paularo -, è prevista la celebrazione della Santa Messa e la rappresentazione, da parte dei giovani e dei bambini della località (conta 345 abitanti), del presepe vivente con canti, poesie e recite. «Attraverso la Parola di Dio – spiega il parroco, don Gio Batta Del Negro – si racconta la nascita di Gesù, l’annuncio ai pastori, la loro venuta alla capanna e l’arrivo dei Re Magi». A fare da scenario al suggestivo momento di preghiera la chiesetta-sacello di Santa Maria di Loreto, simbolo della borgata la cui costruzione – di forma ottagonale e con il piccolo campanile a vela – ad opera degli abitanti del paese risale al 1745. Terminata la Messa, Maria, Giuseppe, pastori e Re Magi visiteranno le famiglie della frazione per portar loro l’augurio di un anno ricco di serenità e salute. A tutti i presenti verranno poi offerti «vin brulè» e i tradizionali «crafens» preparati dalle mani esperte delle donne di Villamezzo.
05/01/2014 07:00
05/01/2014 07:00
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