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Sabato 26 luglio, festa di Sant'Anna, saranno ricollocate nella chiesa di Maniaglia, a Gemona, le formelle della Via Crucis salvate dalla distruzione della chiesa della Madonna della Salute di Maniaglia all'indomani del terremoto del 1976.
Dopo il sisma, i manufatti sono stati custoditi in uno scantinato fino all'anno scorso quando, durante i festeggiamenti di Sant'Anna, un gruppo di persone che opera nel comitato della Borgata – l'artefice della sagra dedicata alla madre di Maria che ha preso il via sabato 19 e andrà avanti fino a domenica 27 luglio – ha deciso di recuperarle e di ricollocarle in chiesa. Si tratta di 5 delle originarie 14 stazioni della Via Crucis, realizzate in gesso alla fine del 19° secolo e dipinte a mano che ora, grazie al lavoro della restauratrice Lucia Mattiussi originaria di Maniaglia, sono state riportate al loro antico splendore.
Un progetto reso possibile grazie alla somma ricavata in occasione della mostra «Frammenti», organizzata lo scorso anno all'interno della sagra paesana «con l'intento di sensibilizzare la comunità sulla necessità di recuperare alcuni angoli degradati della borgata», spiega Mauro Pascoli, uno dei rappresentanti della comunità di Maniaglia. La rassegna aveva proposto, mediante rendering, una serie di idee per il restyling di alcune aree della frazione gemonese che confina con il comune di Artegna. Non solo. Accanto alla mostra, sempre con lo scopo di raccogliere fondi destinati al recupero della porzione di Via Crucis, l'artista Domenico Cedaro, detto Menut, aveva realizzato delle acqueforti – poi messe in vendita – che sono andate a ruba.
Ora le 5 formelle restaurate torneranno ad essere collocate nella chiesetta della frazione: l'appuntamento con la benedizione dei manufatti è in programma sabato 26 luglio, alle 10.00; a seguire, alle 10.30, nell'area festeggiamenti l'arciprete di Gemona, mons. Valentino Costante, celebra la Santa Messa per commemorare Sant'Anna, protettrice delle mamme, delle partorienti e delle donne che desiderano la maternità, a cui i gemonesi sono particolarmente devoti. Prima del terremoto l'appuntamento veniva ospitato nella chiesetta che sorgeva tra la frazione di Maniaglia e quella di Godo, intitolata alla Santa e conosciuta anche come la «gleseute di Sant'Ane». Un piccolo edificio, completamente distrutto dal terremoto la cui memoria – e soprattutto il desiderio di vederlo di nuovo costruito – fa ad ogni edizione da «sfondo» alla ricorrenza. E anche quest'anno – grazie alla vendita di biscotti a forma di formelle, confezionati dalle «pasticcere» volontarie della borgata di Maniaglia – si raccolgono fondi da destinare alla ricostruzione della «gleseute» – che alcuni studiosi ritengono fondata dai cavalieri Templari, annessa ad un ospizio dell'ordine cavalleresco -, citata in documenti scritti già a partire dal 1265, mentre la consacrazione risalirebbe al 1367.
Nel frattempo, in questi anni la chiesetta è sempre stata oggetto di attenzione. Grazie alle iniziative dell'Associazione culturale «Valentino Ostermann» di Gemona e al Comitato per la ricostruzione della chiesa sono state condotte alcune indagini archeologiche sul sedime che la ospitava e organizzati numerosi incontri sul tema. È infatti radicato profondamente nei gemonesi – e la conferma arriva anche dal parroco mons. Costante – il desiderio di vederla di nuovo dov'era e com'era. «Questo edificio, l'ultimo di proprietà parrocchiale a non essere ancora stato ricostruito, è nel Dna della gente – commenta -; la comunità è intenzionata a riedificare la chiesa e io non posso che essere d'accordo con questo desiderio così profondamente legato al sentimento di devozione dei gemonesi nei confronti di Sant'Anna».