
È l’appello lanciato dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata in occasione della grande veglia di Pentecoste, tenutasi sabato 23 maggio, nella Cattedrale di Udine e dedicata – accogliendo l’invito rivolto dalla Cei – a tutti i cristiani martiri e perseguitati di oggi.
La Veglia chiudeva la Novena di Pentecoste che aveva preso avvio lo scorso venerdì 15 maggio, animata dalle aggregazioni laicali, in queste realtà, ha detto all’inizio del suo intervento mons. Mazzocato, «vediamo che lo Spirito Santo è veramente presente in mezzo a noi e fa sbocciare nella Chiesa di Cristo doni e carismi». Di qui il forte significato della presenza dei laici nella veglia di Pentecoste in cui, ha ricordato l’Arcivescovo, «vogliamo rinnovare la grazia del battesimo e del dono dello Spirito Santo che Gesù ha effuso in noi con la cresima». I membri delle aggregazioni laicali, ha proseguito l’Arcivescovo «nascono tutti dallo stesso battesimo e dalla stessa cresima e si sviluppano in una splendida diversità. Se mi passate l’immagine, siamo come un campo colorato di tanti fiori diversi. Ogni fiore ha una sua bellezza e armonia, unica da ammirare, e messo assieme ad altri forma una splendida armonia multicolore. La Consulta delle Aggregazioni Laicali, che sto sostenendo personalmente, ha la missione di tenere assieme tutti i fiori, tutte le associazioni e movimenti perché nella comunione contribuiamo a rendere bella e viva la nostra Chiesa. Permettete un invito che faccio con tutto il cuore: non stanchiamoci di rendere sempre più intensa la comunione tra noi. Per tanti motivi la comunione non è sempre facile; è un miracolo dello Spirito Santo che questa sera invochiamo. Ricordiamo, però, sempre la preghiera di Gesù: «Che siano una cosa sola perché il mondo creda».
Cuore della veglia è stata la riflessione sul dramma dei cristiani perseguitati: «Ci giungono testimonianze impressionanti per la violenza cieca a cui sono sottoposti i cristiani ed edificanti per la testimonianza coraggiosa di fede che essi stanno dando, testimonianza degna dei primi martiri della nostra Chiesa di Aquileia. Alle sorelle e fratelli di fede perseguitati vogliamo donare il nostro amore e il nostro sostegno attraverso la preghiera che stiamo facendo e continueremo a fare. Invochiamo lo Spirito Santo perché abiti nei loro cuori nel momento della prova; sia loro Consolatore e Difensore contro Satana e quanti sono suoi alleati. Essi ricambiano il dono della nostra preghiera facendoci giungere la loro forte testimonianza».
Mons. Mazzocato ha quindi ricordato il vescovo nigeriano Oliver Dashe Doeme, di cui è stata letta, durante la veglia, una testimonianza: «È proprio lo Spirito del Padre che parla» per bocca sua «quando egli, in una visione straordinaria, prende la spada che gli porge Gesù e la spada si trasforma in un rosario. Solo lo Spirito Santo poteva far capire a quel Vescovo che, contro ogni logica umana, la vera spada per combattere i terroristi del Boko Haram non sono le armi violente ma è l’arma del rosario». Di qui l’invito finale: «Accogliamo, cari fratelli e sorelle, le testimonianza che ci donano i cristiani perseguitati perché sono come una scossa che ci risveglia da un certo torpore spirituale nel quale rischiamo di adagiarci. Questo torpore è la principale insidia che minaccia i cristiani e la Chiesa tutta in Friuli come in Europa. Non addormentiamoci anche noi, ma stimoliamoci l’un l’altro «ad adorare il Signore Cristo nei nostri cuori» pronti a mostrare la nostra fede e la nostra speranza. Forse ci sarà da pagare qualche piccola persecuzione che è ben poca cosa se guardiamo ai cristiani dell’Africa e del Medioriente. Concluderemo la nostra Veglia con il mandato missionario; affidiamoci allo Spirito Santo, come faceva San Paolo, perché rinnovi in noi la gioia e la forza di essere fedeli a Gesù e alla sua Chiesa».
Le celebrazioni della Pentecoste avranno il loro culmine domenica 24 maggio, alle ore 10.30, con la solenne celebrazione in Cattedrale, a Udine, nel corso della quale l’Arcivescovo Mazzocato , conferirà la Santa Cresima ad oltre cinquanta adulti, mentre tre neofiti, subito dopo la Comunione, riconsegneranno la veste bianca ricevuta insieme ai sacramenti dell’Iniziazione cristiana nella solenne Veglia di Pasqua e concluderanno così il tempo della mistagogia (l’iniziazione ai «misteri») per entrare nel tempo della missione e della testimonianza al mondo dell’Amore del Signore.
Due giovani inoltre vivranno lo speciale rito di ammissione alla piena comunione nella Chiesa cattolica.
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