
L’incontro, promosso nel 50° anniversario di ordinazione episcopale di Pironio, sarà l’occasione per fare il punto sulla causa di beatificazione del cardinale, promossa nella diocesi di Mar del Plata (della quale Pironio fu vescovo) già nel 2003, appena trascorsi i 5 anni dalla morte (avvenuta il 5 febbraio 1998), come prescrive il diritto canonico. Analoga iniziativa venne intrapresa il 13 giugno 2006 dal vicariato di Roma (nel quale Pironio ha vissuto stabilmente nei 23 anni in cui ha ricoperto importanti incarichi nella Curia romana), con un decreto del cardinal vicario Camillo Ruini. «Sono all’esame della commissione competente le grazie attribuite all’intercessione del cardinale», afferma De Sabata.
La vita del Card. Pironio
Nato a Nueve de Julio, in Argentina, nel 1920, Eduardo Francisco Pironio era il 22° figlio di Enrica Rosa Buttazzoni e di Giuseppe Pironio, entrambi emigranti friulani di Percoto. Aveva imparato a pregare in friulano, come lui stesso raccontava, fiero delle sue origini.
Ordinato sacerdote nel 1943, divenne professore di seminario, vicario generale della sua diocesi di origine, Mercedes-Lujan (1959/’60), rettore del seminario di Villa Devoto, nell’arcidiocesi di Buenos Aires (1960/’64). Successivamente venne nominato vescovo di Mar del Plata e assistente nazionale dell’Azione cattolica argentina, iniziando così la sua collaborazione con i laici. Inoltre, salì ai vertici dell’episcopato latino-americano in anni di grande fermento ricoprendo prima la carica di segretario (1967/’72) e poi quella di presidente (1972/’75) del Celam (il Consiglio episcopale latino-americano). Nella veste di segretario del Celam fu anche segretario della celebre Conferenza di Medellin del 1968, nella quale si cercò di tradurre il Vaticano II nel contesto dell’America Latina. Nel 1975 Paolo VI lo volle a Roma come proprefetto, e poi prefetto, della Congregazione per la vita consacrata e nel 1976 lo creò cardinale. Giovanni Paolo II lo chiamò nell’aprile 1984 a presiedere il Pontificio Consiglio per i laici. Proprio mentre nascevano le Giornate mondiali dei giovani, di cui Pironio fu tra i principali organizzatori.
Amico dei giovani, fu «uomo di speranza, felice di essere al servizio della Chiesa, di mettersi a disposizione degli altri», ricorda De Sabata.
Ordinato sacerdote nel 1943, divenne professore di seminario, vicario generale della sua diocesi di origine, Mercedes-Lujan (1959/’60), rettore del seminario di Villa Devoto, nell’arcidiocesi di Buenos Aires (1960/’64). Successivamente venne nominato vescovo di Mar del Plata e assistente nazionale dell’Azione cattolica argentina, iniziando così la sua collaborazione con i laici. Inoltre, salì ai vertici dell’episcopato latino-americano in anni di grande fermento ricoprendo prima la carica di segretario (1967/’72) e poi quella di presidente (1972/’75) del Celam (il Consiglio episcopale latino-americano). Nella veste di segretario del Celam fu anche segretario della celebre Conferenza di Medellin del 1968, nella quale si cercò di tradurre il Vaticano II nel contesto dell’America Latina. Nel 1975 Paolo VI lo volle a Roma come proprefetto, e poi prefetto, della Congregazione per la vita consacrata e nel 1976 lo creò cardinale. Giovanni Paolo II lo chiamò nell’aprile 1984 a presiedere il Pontificio Consiglio per i laici. Proprio mentre nascevano le Giornate mondiali dei giovani, di cui Pironio fu tra i principali organizzatori.
Amico dei giovani, fu «uomo di speranza, felice di essere al servizio della Chiesa, di mettersi a disposizione degli altri», ricorda De Sabata.
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