L’Arcivescovo ha celebrato la Messa di inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Udine

L’Arcivescovo ha esordito dicendo che «Ai giovani che si affacciano al futuro non possiamo consegnare stanchezza e orizzonti crepuscolari che fanno presagire la notte. Per onestà nei loro confronti dobbiamo chiederci come rinnovare gli otri, per usare l’immagine di Gesù; come rivedere i pilastri fondamentali su cui si è costruita e può rinvigorirsi la nostra cultura e civiltà. Su questo fronte si assiste, purtroppo, ad una specie di mercato delle opinioni spesso messe in circolazione in modo superficiale, strumentale, a slogan. È compito delle istituzioni, deputate all’educazione e alla formazione dei ragazzi e dei giovani, farsi carico di una riflessione responsabile per prospettare alle nuove generazioni prospettive affidabili e affascinanti. Tra queste istituzioni, hanno un posto di primo piano le Università».

Questo mercato delle opinioni laicista vuole cancellare il fondamentale ruolo del cristianesimo nella nascita e nello sviluppo della civiltà europea e occidentale. «Il vino nuovo del Vangelo non andò disperso dentro la storia dell’umanità – ha sottolineato l’Arcivescovo – il vino nuovo del Vangelo non andò disperso dentro la storia dell’umanità.  Anzi, compì il miracolo di penetrare progressivamente nell’otre vecchio della filosofia e della cultura dei popoli e di trasformarlo. Dal vino nuovo della Parola di Gesù si formò una nuova cultura e una nuova civiltà di cui tutti siamo figli; questo appare chiaro ad ogni onesto osservatore che rilegge la storia dell’Europa. La luce della fede, che Gesù ha diffuso tra gli uomini, non ha incatenato la ragione umana; al contrario, l’ha liberata in tutte le sue potenzialità generando progresso nel campo antropologico, giuridico, sociale, economico, scientifico».

Di qui l’appello di mons. Mazzocato alle istituzioni universitarie: «Esse, come è noto, sono impegnate su vari fronti di carattere amministrativo ed economico, organizzativo, di ricerca di eccellenza nei vari campi della scienza. Sarebbe importante, però, che fossero anche vere comunità “del sapere” dove ci si confronta, con competenze diverse, sui grandi temi che determineranno il futuro della nostra civiltà: la persona e il suo vero bene, le condizioni per vivere in un tessuto sociale sano e sereno, un’economia governata dall’etica e dal diritto nazionale e internazionale, uno sviluppo in armonia con la natura dell’uomo e di tutto il creato, i processi onesti della ragione umana per cercare la verità. Questi e altri sono i temi comuni su sui si fonda e si rinnova una civiltà. Essi possono trovare nel Vangelo una sorgente di luce sempre attuale della quale la Chiesa si sente a servizio per il bene dell’umanità».

Accorata la preghiera finale dell’Arcivescovo: «In questa S. Messa prego lo Spirito di Dio perché la nostra Università di Udine sia  anche una comunità “del sapere” che offre il suo contributo per rinnovare gli otri della nostra cultura a beneficio delle generazioni di giovani che in essa impegnano anni e le migliori risorse. Auguri di cuore per il nuovo Anno accademico».

 
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