L’Arcivescovo agli agricoltori: «È tempo di una giusta sobrietà»

Alla celebrazione ha preso parte anche l’assistente spirituale dell’associazione di agricoltori, don Gianni Molinari, e del parroco delle Grazie, padre Francesco Maria Polotto. L’Arcivescovo ha preso spunto dal messaggio dei Vescovi italiani per l’annuale Festa che vuole ringraziare Dio per tutti i doni della terra e in occasione della quale si fa tradizionalmente un bilancio dell’annata agricola. Un messaggio quest’anno incentrato sul dramma della fame nel mondo e sulla necessità di mettere al bando tutti gli sprechi alimentari. 

«La televisione ogni tanto ci mostra il volto di qualche bambino denutrito, intere popolazioni che non hanno abbastanza da mangiare – ha affermato mons. Mazzocato -. Speriamo che il prossimo Expo che si aprirà nel 2015 a Milano possa portare delle utili soluzioni. La verità è però che già oggi la Terra potrebbe sfamare tranquillamente tutti. Ci sono Paesi che soffrono la fame ed altri, come il nostro, in cui c’è lo scandalo di un eccesso di spreco del cibo». Che fare allora? Per i cristiani c’è da realizzare una grande riscoperta della Terra come bene comune dell’umanità. «La Chiesa non ha mai messo in discussione il diritto di proprietà, ma non ha mai smesso di annunciare il contemporaneo dovere della solidarietà», ha spiegato il Pastore della Chiesa Udinese. «Ci sono dei beni comuni dell’umanità per i quali vale il principio della destinazione universale dei beni a tutta l’umanità, un concetto che abbraccia le generazioni presenti come anche le generazioni future. Si possono fare grandi ingiustizie anche verso le generazioni future se non c’è rispetto verso la Terra», ha ricordato l’Arcivescovo. Ecco perché «è tempo di una giusta sobrietà. Tutti i giorni siamo chiamati a fare qualcosa, adottando stili di vita di rispetto della Terra, dell’ambiente, per noi e per le future generazioni». 

Un appello, questo, che vale per tutti, ma assume speciale valore per gli agricoltori professionisti, chiamati a lavorare ogni giorno nel rispetto della Terra, dell’ambiente e della genuinità dei prodotti. A loro – presenti in gran numero alla S. Messa del Ringraziamento – l’Arcivescovo ha lanciato un appello speciale. Richiamando la prima lettura, nella quale il profeta Ezechiele in una visione vede un fiume sgorgare dalle fondamenta del Tempio di Gerusalemme, la cui acqua guarisce e purifica la Terra, fa germogliare e abbondare di frutti gli alberi e riempie di pesci i fiumi, ha spiegato che quel fiume della visione rappresenta il costante flusso di amore e di carità che viene da Dio, il solo che può vivificare la terra e «del quale ho parlato nella mia recente lettera pastorale che ha indetto l’Anno della Carità nella Chiesa Udinese». Per questo mons. Mazzocato ha ricordato che «ogni rispetto della Terra e dell’ambiente andrà avanti solo se c’è all’origine l’amore di Dio. La Coldiretti faccia tutte le battaglie che sono necessarie, tutto ciò che ci suggerisce l’intelligenza, l’impegno e la ricerca per migliorare la produzione, ma non dimentichi mai quell’acqua viva, quel flusso di amore e di carità che viene dal Signore. La Coldiretti tenga sempre in vita la sua identità e la sua formazione spirituale, Altrimenti si diventa cinici e l’indifferenza finisce per pervadere tutti».

 
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