Istituti teologici di Udine: inaugurazione dell’Anno accademico nel ricordo di mons. Rinaldo Fabris

Don «Rinaldo Fabris? Un uomo e un sacerdote che non aveva paura della scienza e che credeva che la Bibbia dovesse essere studiata anche dai laici». Così Franco Fabbro, ordinario di Neuropsichiatria infantile all’Università di Udine, definisce il sacerdote e biblista friulano deceduto poco più di un anno fa, il 9 ottobre 2015. Con mons. Fabris, Fabbro ha avuto un frequentazione durata quarant’anni. È proprio per questo che è stato scelto per tenere la prolusione di apertura dell’anno accademico degli Istituti teologici di Udine – in programma mercoledì 23 novembre, nella sala Scrosoppi di via Ellero a Udine, alle 17.30 – nel corso della quale ricorderà il sacerdote tenendo una relazione dal titolo «Mons. Rinaldo Fabris e la ricerca sul Gesù storico». Prolusione che, peraltro, seguirà di due giorni quella dell’apertura dell’anno accademico dell’Università di Udine, sempre da parte del professor Fabbro. Nell’occasione sarà anche ricordato un altro docente degli Istituti teologici, scomparso di recente, mons. Ermanno Lizzi.

 

«Nel mio intervento – afferma il docente – traccerò il mio percorso con don Rinaldo, iniziato nel 1975 quando  chiesi a lui, che allora era preside della Facoltà di Teologia, di frequentare i corsi da laico, non avendo intenzione di diventare sacerdote. Lui fu subito d’accordo e io fui ammesso all’Istituto, che frequentai per un anno sostenendo anche gli esami finali. A colpirmi furono soprattutto le lezioni di Biblistica».

 
Fabbro poi ha proseguito i suoi studi di Medicina, ma ha continuato ad occuparsi anche di studi biblici, sotto la guida di mons. Fabris. «Per vent’anni – racconta – ci siamo visti ogni mese. Finché nel 1995 ho scritto un libro, che può essere considerata una sorta di tesi di dottorato, dal titolo “Destra e sinistra nella Bibbia. Uno studio neuropsicologico”, con la prefazione dello stesso don Rinaldo». Lo scambio culturale fra i due studiosi è proseguito anche successivamente, arrivando fino alla recensione che il prof. Fabbro ha fatto dell’ultimo libro di mons. Fabris «Gesù il nazareno », pubblicata sul «Journal for the Study of the Historical Jesus», nel 2014. «Persona schietta e umile – prosegue Fabbro – don Rinaldo ha portato avanti il testimone degli studi storicocritici su Gesù il nazareno per oltre cinquant’anni in maniera significativa: è stato, infatti, uno dei più grandi biblisti in Italia, ottenendo riconoscimenti
notevoli. Era un uomo aperto che non aveva paura di nulla. In particolare non aveva paura della scienza. Personalmente – prosegue il prof. Fabbro – mi ha introdotto agli studi biblici, che riteneva non dovessero essere monopolio dei soli sacerdoti, ma dovessero essere aperti anche ai laici, e in particolare alle donne, in modo da arricchire così l’interpretazione della Bibbia».
 
Articolo a firma di Stefano Damiani, tratto dal settimanale diocesano «La Vita Cattolica»

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